Delimitare nel perimetro primarie sì-primarie no o società civile sì-società civile no la scelta dei prossimi candidati sindaci a Bari e negli altri comuni chiamati al voto dimostra in maniera inequivocabile il solco che separa l’elite della politica dai cittadini.
Il vento dell’antipolitica, gonfiato da chi non aveva altri obiettivi – visto che molti di quelli annunciati come abolire la povertà e chiudere l’Ilva sono rimasti mera propaganda – che diventare classe politica, alla fine sembra aver convinto chi guida i partiti e le istituzioni che i programmi rappresentino un inutile orpello, magari da copiare sul web, e che conti solo e soltanto il leader oppure un succedaneo in grado di garantire equilibri e posizioni di potere.
Niente di più sbagliato. Se a destra le primarie sono una solida eccezione, essendo diffusa una certa impostazione personalistica della politica, a sinistra sempre più spesso vengono vissute con sofferenza, anzi contrastate, da chi preferisce i salotti ai gazebo, le zone a traffico limitato ai quartieri popolari, i pensatoi ristretti come i caffè ai confronti con i problemi reali della città.
Già, la città. Tutti la vogliono – Bari come tutte le altre – nessuno o quasi spiega per farne cosa, come e quando.
Una forte espansione urbana è ormai da tempo motivo di caos nella dimensione spaziale. Ogni giorno migliaia di persone riscontrano problemi con il trasporto relativi allo spostamento dalle case in periferia al lavoro in centro e viceversa, problemi che provocano anche l’aumento delle emissioni di gas di scarico e dell'inquinamento acustico. Una risposta possibile è l'idea delle città del quarto d'ora, riorganizzando lo spazio urbano in maniera tale da garantire agli abitanti un accesso libero a tutti i luoghi indispensabili nel funzionamento quotidiano entro 15 minuti. Le nostre sono città del quarto d’ora? Purtroppo no e la situazione, al contrario, sembra peggiorare giorno dopo giorno. Difetta l’idea di smart city che altrove si è evoluta verso la massima analisi delle necessità degli abitanti e l'adattamento degli spazi urbani alle loro esigenze, utilizzando tecnologie moderne.
In Arabia Saudita stanno costruendo The Line City, una città ultramoderna senza strade e senza macchine, alimentata esclusivamente con l'energia verde. La città è stata progettata su una pianta lineare - lunga 170 km circa e larga 200 m – nella quale è possibile raggiungere tutti i punti importanti nella vita quotidiana, facendo una passeggiata di 5 minuti. Ora, non pretendiamo tanto, né rincorriamo utopie futuristiche ma è evidente a tutti che il tema esiste e va sviluppato utilizzando le migliori energie a disposizione per rimodellare le nostre città in maniera tale da garantire ai propri abitanti la maggior sostenibilità possibile.
Ed eccoci al ruolo della Gazzetta. Stiamo seguendo, e ancora più seguiremo, incontri, riunioni, convention di partiti, candidati e candidandi perché riteniamo essenziale il racconto dei mesi che ci separano dal voto amministrativo. Ma su un punto saremo inflessibili: i programmi. Vogliamo sapere, e vogliamo farlo sapere ai nostri lettori, con chiarezza e puntualità che ne sarà di Bari e di Lecce, della Puglia e della Basilicata, senza troppi voli pindarici e senza chiacchiere, mettendo da parte slogan e foto buone per i social. Fatti concreti in grado di determinare futuri realmente possibili, al di là delle promesse e dei sogni apparecchiati dalle a volte un po’ tracimanti agenzie di comunicazione. Il dibattito è aperto.