Calcio

Bari, ora fuori gli artigli. I play-off una «lotteria»

DAVIDE LATTANZI

Condizione fisica e gestione della rosa, le spine di mister Vivarini

BARI - Ai tempi del coronavirus, ha sfoggiato un look inedito che ha calamitato notevole curiosità. Vincenzo Vivarini è apparso nella conferenza stampa di mercoledì con una folta barba che, come ha dichiarato, «gli ha fatto compagnia nel periodo dell’isolamento». Ebbene, il tecnico abruzzese ora dovrà affrontare un’altra situazione nuova. I playoff in formato ridotto: tre partite ad eliminazione diretta (dal 13 al 22 luglio) per portare il Bari in serie B. Il coach di Ari appartiene alla scuola di chi studia il calcio, dei maniaci del lavoro che curano il minimo dettaglio. Non a caso, il mantra che ha sciorinato al suo arrivo in biancorosso è stato «dominare le partite attraverso il gioco». Sotto la sua gestione i galletti non sono riusciti a tenere il passo spedito della Reggina capolista del girone C e ormai promossa a tavolino. Ma è pur vero che Di Cesare e compagni hanno trovato una precisa identità: i 25 risultati utili non sono frutto del caso, ma dell’atteggiamento di una squadra che comunque ha avuto il pregio di provare sempre ad imporre le sue idee, peccando magari in altre caratteristiche.

Furore e personalità - Ecco perché Vivarini ha battuto molto su questo tasti differenti in conferenza. Giocare secondo uno spartito mandato giù a memoria costituisce una base irrinunciabile, ma non basterà. L’allenatore abruzzese sa che dopo quattro mesi di stop, conteranno anche altre doti. L’approccio alle gare, la forza mentale, l’agonismo, la voglia di raggiungere il risultato ad ogni costo andranno instillate a dovere in un Bari che su questi tasti forse ha battuto meno di quanto doveva. Sotto la gestione Vivarini, sono ben otto le rimonte subite, di cui quattro negli undici turni giocati nel ritorno. E poi servirà la personalità dei vari top players che provengono da categorie superiori: Antenucci e Laribi su tutti, ma anche Frattali, Di Cesare, Ciofani, Costa, Scavone e Schiavone. Un nutrito gruppo che dovrà confermare di essere un valore aggiunto.

La condizione fisica -Sarà un altro profilo determinante. Con Vivarini il Bari ha raggiunto uno standard costante e di buon livello. Impossibile, peraltro, pensare di tenere ritmi forsennati per 90’, a maggior ragione se ci si proietta a luglio, dopo la lunga inattività. Eppure, i biancorossi dovranno dosare meglio le loro energie. Evitare in particolare quei cali di tensione che generano sofferenze. Per citare qualche esempio: in gare come quelle contro Potenza, Monopoli, Ternana o Catanzaro, i galletti hanno disputato eccellenti spezzoni di match (in particolare nella prima mezzora delle gare citate) nei quali la pecca è stata non concretizzare la gran mole di gioco prodotta. Ebbene, alla lunga lo sforzo si è fatto sentire ed ha causato difficoltà che si sono palesate in particolare nelle riprese.

La gestione della rosa  - Ecco l’ultimo punto su cui Vivarini dovrà adattare il suo credo. Il mister abruzzese non sembra un cultore del turn over, nell’ottica di conferire al suo gruppo il maggior numero possibile di certezze. Eppure, tre sfide da dentro o fuori in dieci giorni richiederanno una equa distribuzione delle forze, facendo appello a tutte le risorse di una rosa che conta 22 elementi mediamente sullo stesso livello (con le dovute eccezioni). Un’arma che forse nessun’altra compagine possiede nella misura del Bari. Discorso analogo per la gestione delle cinque sostituzioni. Vivarini le ha sovente considerate, ricorrendo, però, agli ultimi cambi soltanto sui titoli di coda delle gare. Adesso sarà, invece, fondamentale cogliere il momento giusto per azzeccare la mossa vincente.

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