serie c
Bari missione rimonta con due magnifici dieci
La doppia cifra di Antenucci e le panchine senza traumi di Vivarini
È arrivato in doppia cifra, Vincenzo Vivarini. Dieci giornate sulla panchina del Bari, altrettanti risultati positivi in cassaforte. Il tecnico abruzzese ha inanellato la serie utile più lunga tra i professionisti dall’epoca di Antonio Conte (stagione 2008-09 in B: una striscia di ben 16 gare senza macchia: i biancorossi terminarono il torneo al primo posto e furono promossi in A) in poi, escludendo la parentesi dello scorso anno tra i dilettanti (Cornacchini ottenne 19 risultati positivi di fila).
Sei vittorie e quattro pareggi: 22 punti su 30 disponibili recita lo score del coach di Ari, alla media di oltre due punti a gara. Non solo. Sotto la sua gestione, i galletti hanno migliorato tutti i parametri. Appena cinque i gol subiti e addirittura sette gare condotte con la porta inviolata.
La retroguardia barese è terza nel girone C con undici reti incassate, alle spalle di Reggina e Potenza (11). È cresciuto a dismisura pure l’attacco: con 24 centri, è preceduto soltanto da Reggina e Vibonese (29), mentre nelle prime cinque giornate i gol segnati furono appena sei. Ancora. E’ decollato Mirco Antenucci, giunto a dieci bersagli: prima dell’avvento di Vivarini aveva segnato soltanto tre volte, sempre su rigore, mentre ora (oltre ad altri due penalty realizzati) ha aggiunto ben cinque perle su azione, isolandosi al secondo posto della classifica marcatori del girone C, alle spalle del solo Corazza della Reggina, primo a quota 12. Fin qui i numeri. Ma Vivarini ha realizzato altri capisaldi. Ha cambiato l’atteggiamento del Bari, innanzitutto.
Rinnegando il credo di aspettare e gestire e sposando aggressione e determinazione.
In tal senso, la gara di domenica scorsa a Pagani è un esempio eloquente: pur su un campo impossibile, Di Cesare e compagni si sono sforzati di giocare e ragionare, hanno voluto fortemente il successo, costruito con diverse azioni da rete, piuttosto che attendere gli eventi o gli episodi. Il coach originario di Ari, inoltre, ha compiuto scelte coraggiose: ha cominciato con il 3-5-2 per dare certezze alla squadra e rafforzarne la solidità. Accorgendosi, però, che occorreva maggior peso offensivo, ha virato sul 4-3-1-2, pur non avendo mai perso e la decisione ha pagato con due blitz di fila. In base al modulo selezionato, ha puntato sugli elementi che meglio potessero impersonarlo, senza farsi condizionare dagli investimenti o dai nomi. Così, è avvenuto che sono finiti in panchina elementi prestigiosi come Costa o Scavone oppure calciatori costati cospicui investimenti come Folorunsho e Ferrari. Ha rigenerato, inoltre Simeri, finito ai margini nella gestione precedente: oggi, invece, è lo scudiero ideale per Antenucci. Scatti continui, corse e battaglie per liberare spazi al bomber che assiste con inviti perfetti, come quello di domenica scorsa. Dati e sostanza sono, quindi, a favore di Vivarini. Che paga, invece, qualcosa che non può determinare: ovvero, lo straordinario rendimento delle compagini che precedono. La Reggina capolista, infatti, ha fatto addirittura due punti in più, il Monopoli ha tenuto lo stesso rendimento del Bari mantenendo due lunghezze di vantaggio, mentre i biancorossi hanno recuperato due punti al Potenza e quattro alla Ternana, ma sia i lucani, sia gli umbri continuano ad essere un gradino più su. Vivarini, però, non può che continuare sul suo percorso, mantenendo costanza di rendimento e risultati. Alla lunga, il campo potrà dargli ragione, rosicchiando qualcosa fino alla pausa natalizia. Poi, arriverà l’opportunità del mercato, da sfruttare per consegnargli armi idonee a rendere il Bari inarrestabile.