Puglia, assessore nel mirino
Assegni di cura dimenticati fuoco incrociato su Ruggieri
I centristi scaricano il responsabile del welfare. Longo: «E' indegno». Perrini: «Vada via»
BARI - La faccenda, pessima, dei ritardi nella erogazione degli assegni di cura per l’assistenza ai disabili pugliesi, ha riacceso la polemica sul ruolo dell’assessore al Welfare, Totò Ruggeri nominato per «diritto ereditario», dopo essere subentrato al cognato Totò Negro, (considerato unanimamente uno dei migliori rappresentanti della giunta regionale e scomparso mesi fa).
Di fatto, la dote lasciata sembra essere stata sperperata nel giro di poche settimane. Giorni pieni di «caminetti» e gaffe, con Ruggieri, quota Udc, a Bari a braccetto con il centrosinistra (era con Emiliano alla chiusura della campagna elettorale del Pd); a Roma uomo di fiducia di Lorenzo Cesa, alleato dei fittiani di Noi con l’Italia e quarta gamba del Cavaliere.
Un «bipolarismo» magico, quello del responsabile del Welfare pugliese, che non è mai andato giù ai centristi di via Capruzzi, anche a quelli storicamente alleati con il presidente.
Mentre un rimpasto post elettorale è ormai alle porte - situazione che avrebbe dovuto suggerire prudenza - Ruggeri è stato capace di scivolare malamente sulla questione, maledettamente seria, degli assegni di cura. Giovedì un centinaio tra disabili, ammalati di Sla, loro familiari e membri di associazioni che si occupano dell’assistenza completa dei malati gravi, hanno protestato a Bari dinanzi alla sede della presidenza della Regione. Il governatore e assessore alla Sanità, Michele Emiliano, in un faccia a faccia concitato, ha spiegato che la situazione «è stata subita anche dalla Regione» perchè dovuta «alla burocrazia che ha deciso di gestire in questo modo un percorso che ha visto prima la morte dell’assessore al Welfare, e poi la dirigente del settore (Anna Maria Candela dei Leu, ndr )candidarsi alle elezioni con due mesi spesi per la campagna elettorale». Scaricabarile, forse, però il presidente ha almeno avuto il coraggio di chiedere scusa. Ma chi doveva vigilare sull’andazzo? Forse Ruggeri?
Non solo. La presidente del «Comitato 16 Novembre onlus», Mariangela Lamanna, ha infatti «stigmatizzato» il comportamento dell’assessore. «Ci ha accusati di strumentalizzare i malati». È la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Per primo tuona il vicepresidente dell’Assembla, Peppino Longo (Popolari), molto vicino allo stesso Emiliano: «Creare anche solo un minuto in più di disagio nella vita di chi già è stato colpito duramente dalla malattia, è qualcosa che va contro ogni umana volontà di comprensione. Conto sull’intervento del presidente della Regione per porre rimedio ai disastri posti in essere da chi ha la responsabilità politica dell’assessorato regionale al Welfare. È paradossale che proprio la giunta che ha portato da 18 a 50 milioni di euro la copertura degli assegni di cura si trovi di fronte a questa situazione sconcertante». Fuoco anche dai centristi di «destra». Per Renato Perrini (Noi con l’Italia), «non bastano le scuse di Emiliano, che si è fatto carico delle parole sgarbate e decisamente imprudenti del rappresentante della sua Giunta che andrebbe licenziato senza se e senza».
Ci sono poi i possibili «nuovi amici» del governatore che vanno giù duro. I consiglieri M5S, Marco Galante e Mario Conca: «La sensazione è che sia Emiliano sia i dirigenti di settore prima di oggi non avessero la reale percezione di quanta sofferenza c’è».
Nel coro, Ernesto Abbaterusso (Leu): «Il presidente Emiliano con delega alla Sanità fa finta di non conoscere la grave situazione in cui versa la sanità territoriale in Puglia, nonostante dalle Sagre del Programma era emersa la necessità di lavorare sul rafforzamento di questa nelle Asl». [rob. calp.]