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27 Gennaio 2018
di GIOVANNI RIVELLI
Beppe Grillo, nella lotta con Telecom, ci ha costruito la sua fortuna, almeno per esordire nell’impegno sociale. Ora un utente lucano, precisamente di Bella, si è messo sulla stessa strada arrivando, novello Davide, a battere il «Golia» della comunicazione. E tutto per 18 euro e 28 centesimi di spese di spedizione della fatture che riteneva di non dovere.
Per quella somma ha fatto una prima causa al giudice di pace che gli ha dato ragione. Una questione più di principio che di altro, probabilmente per il cittadino, che con quella somma certo non si arricchisce, ancor di più per Telecom Italia che, spendendo molto di più della «posta in palio» ha deciso di impugnare l’atto davanti al Tribunale. Con quella nuova causa la compagnia ha ottenuto ragione.
Ma l’utente di Bella non si è dato per vinto ed è andato avanti fino in Cassazione dove l’ha spuntata sia pure per una questione formale, legata alla domiciliazione del legale Telecom, alla notifica della prima sentenza e ai tempi per presentare ricorso. Una vittoria da 18 euro e 28 centesimi più 960 euro di spese legali per gli ultimi due giudizi. Ma quei 18 euro e spicci, probabilmente, se li incornicerà. Un trofeo per i tanti lucani ancora sconosciuti alle reti di banda larga e ultralarga ma fin troppo conosciuti solo quando c’è da pagare.
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