il giallo storico
«San Nicola riposa sotto il cielo d'Irlanda»
Una disputa mai sopita per le reliquie del venerato santo: «Le ossa furono trasferite qui dall'Italia 800 anni fa da cavalieri delle Crociate»
di ARMANDO FIZZAROTTI
Sotto il cielo d’Irlanda (che «è Dio che suona la fisarmonica... si muove con te... è dentro di te» canta Fiorella Mannoia) riprende quota il fronte nordico della disputa sull’«autentica» sepoltura di San Nicola. Una nuova offensiva mediatica, dopo quella turca di alcuni mesi fa, che sembra insidiare il primato della cripta della Basilica di Bari, nella quale tutto il mondo cristiano (cattolico e ortodosso) venera le spoglie attribuite al Vescovo di Myra, Patrono del capoluogo pugliese, vissuto fra il 270 e il 343, ossa portate a Bari nel 1087 dai marinai baresi.
Una sepoltura di epoca medioevale, finora mai esplorata dagli archeologi, è rivendicata come «tomba di San Nicola» in Irlanda, nella contea di Kilkenny, nel Parco Jerpoint a 120 chilometri a sud ovest di Dublino. Pochi giorni fa ha rilanciato questa ipotesi dalle colonne del giornale “Irish Examiner” il contadino Joe O’Connell («scarpe grosse e cervello fino» commenterebbe qualcuno... ) che 12 anni fa acquistò il terreno sul quale è stata scoperta la lapide, vicino al castello di Belmore House, appena fuori la cittadina di Thomastown. O’Connell, che lealmente non nasconde i suoi fini turistici, ha dichiarato di «vedere con interesse» l’ipotesi di effettuare indagini scientifiche fra la tomba e le reliquie custodite in Italia (quindi a Bari) e in Usa (riferendosi all’osso pelvico «scoperto» da ricercatori dell’Università di Oxford in una chiesetta dell’Illinois).
Stando alla storiografia ufficiale della Chiesa, a Bari risulta sepolto il 60 per cento delle spoglie del Santo (come dichiarò l’ex priore Ciro Capotosto alla vigilia dell’invio della reliquia in Russia in primavera); il secondo «lotto» più importante è nella chiesa di San Nicolò a Venezia; infine altre reliquie più piccole risultano sparse in altre località. Ma non in Irlanda né in Turchia.
Torniamo nella contea di Kilkenny, dove da 12 anni la lapide è stata mèta già di centinaia di visitatori.
Il folklore locale narra che i resti terreni di San Nicola furono segretamente prelevati da Bari, ad opera di cavalieri di ritorno dalle Crociate in Terra Santa, che li portarono a Newtown Jerpoint 800 anni fa. Una storia suggestiva, che costituirebbe un nuovo «legame» fra la nostra chiesa Romanica e le Isole del Nord, seconda solo alla vecchia ipotesi, considerata possibile dalle fonti della Basilica barese, secondo la quale sul Portale dei Leoni gli scultori del Medioevo abbiano raffigurato una scena del ciclo narrativo di Re Artù.
Ma torniamo al 2017. In ordine cronologico abbiamo registrato la primavera scorsa lo storico «prestito» della reliquia barese a Mosca e San Pietroburgo, al Patriarcato ortodosso russo, evento che ha fatto affluire nelle due metropoli dell’Est oltre due milioni di fedeli.
In ottobre l’«offensiva» dalla Turchia. Dalla città di Demre (che sorge sui resti dell’antica Myra) gli archeologi locali hanno dichiarato che nella loro antica chiesa dedicata a San Nicola c’è la «vera sepoltura» del Patrono di Bari, aggiungendo però che sono necessari scavi e analisi sotto l’antico pavimento e che questa tesi costituisce un’ottima attrattiva turistica per la loro comunità.
Quindi, all’inizio del mese, la notizia della volontà di confrontare l’osso già custodito e venerato in Illinois (nella cittadina di Morton Grove) con gli altri resti in Italia. Infine, ora, il contadino irlandese...
Va detto che tutto ciò non ha implicazioni riguardanti solo preghiere e richieste di grazia, ma anche voli charter, soggiorni, pasti nei ristoranti e donazioni. Esiste già, presso il Consiglio d’Europa, il progetto «La Via Nicolaiana» che in Italia vede coinvolti Basilica e Comune di Bari (oltre che le città di Ostia e Vasto) e all’estero Russia, Ucraina, Polonia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Austria e Israele. Forse dal resto del mondo queste «rivendicazioni» potrebbero anche rappresentare richieste di partnership, pur velate da campanilismo.
Ma eventuali progetti congiunti non potranno mai prescindere né da dati storico-scientifici attendibili, né tanto meno dal fatto che la venerazione di un Santo per un credente è solo uno dei tanti modi per cercare di vivere la fede.
«Il cielo d'Irlanda è Dio che suona la fisarmonica... ».