è scontro con calenda

Emiliano all'attacco Tap «Melendugno sembra Auschwitz» Poi si scusa per il paragone

BARI - Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il cantiere Tap di Melendugno «sembra Auschwitz». «Se vedete le fotografie è proprio identico. Hanno alzato un muro di cinta con filo spinato, è impressionante. Stanno militarizzando inutilmente una zona - dice a Circo Massimo, su Radio Capital - e i cittadini si sentono coartati e vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia».
«Noi siamo favorevoli al Tap - aggiunge Emiliano - ma con approdo a Brindisi. Io non sono il 'Signor No', perché propongo sempre alternative e in questo caso ho indicato Brindisi come approdo migliore per il gasdotto».
«Calenda - è l’attacco di Emiliano - parli di come prevenire incidenti come quello in Austria. Il Tap non è stato assoggettato al Decreto Seveso, perché sennò avrebbe rallentato i lavori. Io segnalo che il comandante dei Vigili del Fuoco che a Lecce disse che si doveva applicare la Seveso fu trasferito nel giro di pochi giorni».
Calenda parla di pseudo-guerriglia urbana a Melendugno? «Se io guidassi la guerriglia la vincerei - risponde il Presidente della Regione Puglia - ma io sono magistrato e non guido guerriglie. Sono lontanissimo da chi pensa di usare la violenza anche di fronte a un sopruso di Stato. Calenda parla così perché cerca una collocazione futura, visto che tra qualche mese sarà senza lavoro».

Il paragone fatto dal governatore pugliese con il campo di concentramento nazista non è passato inosservato, scatenando polemiche, tanto che lo stesso Emiliano subito dopo si è scusato. «Il paragone tra il cantiere Tap e Auschwitz è oggettivamente sbagliato e mi scuso per averlo inopportunamente utilizzato questa mattina in radio durante una diretta», ha sottolineato. 

«CALENDA FA DISINFORMAZIONE» - «Il Governo ci impone l’approdo sbagliato del Tap e poi vuole ricostruire l’Ilva come nell’Ottocento. Calenda fa la tipica disinformazione sovietica. Anziché parlare della salute dei cittadini e cercare una tecnologia compatibile alla produzione dell’acciaio con la salute stessa, dice che ha paura che Mittal se ne vada. Non si preoccupa dei morti, meglio non averlo come Ministro della Repubblica». E’ il nuovo attacco del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al ministro Carlo Calenda ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital.
«Si preoccupa - dice Emiliano parlando di Calenda - del business e non dei cittadini, media tra la lobby del carbone e quella del gas, risponde a loro anziché all’interesse pubblico e poi terrorizza con il ricatto occupazionale». Infine, Emiliano dice che guarda al prossimo incontro del 20 dicembre augurandosi che sia «pacato, fatto per mediare e non per dare una mano alle lobby. Calenda non deve fare questo di mestiere. Noi abbiamo fatto ricorso al Tar prima di sederci a trattare perché scadevano i termini e anche per ottenere quel tavolo 'c'è voluta la mano potente di Dio', come diceva mia nonna». 

TAP: LA DIRETTIVA SEVESO NON SI APPLICA A NOI - «La Direttiva Seveso non si applica al Terminale di ricezione di Tap e sul tema si sono espressi con sentenza definitiva sia la magistratura amministrativa che quella ordinaria». Lo sottolinea in una nota la multinazionale che sta realizzando il metanodotto che approderà nel Salento, riferendosi alle affermazioni del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ieri ha annunciato che la Regione presenterà un esposto in Procura «che mira a salvaguardare l'incolumità pubblica dalla incosciente decisione del Governo di ritenere non assoggettabile alle direttive Seveso l’impianto Tap».
Nella nota Tap sottolinea che sull'argomento il Tar del Lazio si è espresso con sentenze il 17 febbraio 2016 su ricorso della Regione Puglia e del Comune di Melendugno. C'è una sentenza del Consiglio di Stato del 27 marzo del 2017, e c'è anche il decreto di archiviazione del Gip presso il Tribunale di Lecce che il 6 febbraio 2017 ha accolto la richiesta di archiviazione presentata dalla procura di Lecce cui il comune di Melendugno aveva presentato un esposto riguardante la mancata applicazione della 'direttiva Seveso'.

«IN SALENTO SI RISCHIA COME IN AUSTRIA» - «Mi auguro che in Austria non abbiano utilizzato la stessa superficialità con la quale stanno progettando qui l’impianto Tap, perché stiamo rischiando di avere un incidente simile. Voglio ricordare al governo ed alle Procure competenti che Tap non ha subito verifiche delle direttive Seveso». Lo ha sostenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, parlando a Bari con i giornalisti del terminale del gasdotto Tap che approderà a San Foca di Melendugno (Lecce). Sul gasdotto è in atto un accesso scontro verbale tra il presidente Emiliano e il ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda.
«Questo è un grave errore e dopo l'incidente in Austria mi chiedo - ha aggiunto Emiliano - chi vorrà andare in vacanza a Melendugno nelle vicinanze della stazione di decompressione che, come è successo in Austria, è suscettibile di incidente rilevante».
«Questa è la domanda che avrebbe dovuto farsi il ministro, ma Calenda ieri con una manipolazione di tipo sovietico - sostiene Emiliano - anziché parlare della assenza di controlli di sicurezza su Tap, ha utilizzato l’esplosione dicendo che se ci fosse stato Tap non avremmo avuto ore di interruzione». «Un ministro si deve sì occupare dell’approvvigionamento di gas, ma si deve interessare anche della vita delle persone, della sicurezza e dell’economia del territorio», ha concluso il governatore. 

«Anche solo a qualunque piccola industria che dovesse realizzare fuochi di artificio si sarebbero applicate cautele maggiori rispetto a quelle che si stanno applicando per l’impianto del gasdotto Tap. Il che la dice lunga della forza di queste lobby nella relazione con il governo».
«Ieri c'è stato un gravissimo incidente al gasdotto austriaco che aveva - ha sottolineato Emiliano - una stazione di decompressione molto simile a quella che è in via di costruzione a Melendugno. Purtroppo, l’impianto Tap è stato ritenuto - ha aggiunto Emiliano - un semplice tubo, non un impianto industriale necessitante di tutte le autorizzazioni previste dalle direttive Seveso, come aveva fatto presente la Regione Puglia nel ricorso al Tar chiedendone l’applicazione».
«Meno male che il referendum del 4 dicembre 2016 non è passato perché altrimenti a Roma avrebbero deciso sulle nostre teste - ha concluso Emiliano - senza consentirci di applicare ciò che invece è applicabile anche solo a qualunque piccola industria che dovesse fare fuochi di artificio».

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