Il segretario della Lega

Salvini cerca i voti al Sud «Punto alla doppia cifra»

AMERIGO DE PEPPO

Segretario Matteo Salvini, a Ceglie Messapica per un incontro dal titolo «Il mio Sud, la mia Puglia». Qual è il suo centrodestra?
«È quello che governa tre grandi regioni e un migliaio di Comuni, che è concreto, coerente, che non recupera poltronari alla Alfano e che si occupa soprattutto di lavoro, tasse e sicurezza».

Nella Lega c’è però ancora chi propende per una presenza elettorale solo al Nord...
«A maggio abbiamo fatto un congresso e la mia posizione, di essere presenti in tutta Italia, ha raccolto più dell’80% di consensi. A Bruxelles e Strasburgo io mi batto per l’agricoltura meridionale: penso agli ulivi pugliesi e agli agrumeti siciliani, per cui non ho preoccupazioni per i nostalgici all’interno del mio partito».

Tra i nostalgici c’è ovviamente Bossi: sarà candidato per la Lega?
«Al momento non sappiamo ancora quando si vota, né con che legge elettorale, per cui, quando il Pd ci racconterà come si vota, allora decideremo».

A proposito di legge elettorale, non teme che possa profilarsi un accordo tra Berlusconi e Renzi, in vista di un Governo delle larghe intese?
«No. Oggi ho sentito Berlusconi per augurargli buon compleanno e penso che ormai la voglia di inciucio sia sparita».
Lei viene in Puglia e nel centrodestra pugliese c’è anche l’onorevole Raffaele Fitto con il suo partito...
«Io cercherò di ascoltare tutti e di coinvolgere tutti. Certo, so che in Puglia il centrodestra si è fatto male da solo. Ho visto i dati della sanità pugliese e, dopo Vendola ed Emiliano, è frustrante vedere che i cittadini di questa regione, dopo aver speso tanti soldi, debbano affrontare viaggi di centinaia di chilometri per curarsi, è triste vedere tanti ospedali che vengono chiusi. Ma anche il centrodestra ha le sue colpe per questa situazione».

Il 22 ottobre in Lombardia e Veneto si terrà il referendum consultivo per l’autonomia. È chiaramente un appuntamento dal valore simbolico, ma la sua filosofia, se fosse applicata concretamente, toglierebbe risorse al Sud. Non teme che i suoi elettori meridionali potrebbero rimproverarglielo?
«No, perché il Sud sta morendo di centralismo e direttive europee. Uno studio di qualche anno fa della Confindustria ha dimostrato che il divario tra Nord e Sud non è diminuito, ma è aumentato. Il problema quindi non è togliere soldi, ma darli a chi spende bene. Penso alla situazione dell’agricoltura nel Mezzogiorno: senza i vincoli di Bruxelles e la burocrazia romana, starebbe in condizioni migliori. Certo, bisogna punire chi amministra male».

Lei ha detto che nel suo centrodestra non c’è posto per i poltronari: gli elettori pugliesi possono essere sicuri che questa filosofia sarà alla base delle scelte che farete nel compilare le liste elettorali in questa regione?
«Assolutamente sì. Chi ha governato con la sinistra, non governerà con me».

In Puglia però il senatore Cassano è tornato in Forza Italia...
«Darò un consiglio di stare attenti a chi si riporta dentro, perché chi ti frega una volta tendenzialmente ti frega sempre. È chiaro però che ognuno fa le sue liste e io non guardo in casa degli altri. Come è chiaro che quando si vince tutti vogliono tornare, ma io sono per il no. Altro discorso vale per gli amministratori locali: le porte sono aperte a tutti, a patto che abbiano la fedina penale pulita».

Anche a chi era nel Pd?
«In quel caso mi dovrebbero spiegare cosa facevano nel Pd...».

Qual è il suo obiettivo elettorale al Sud?
«Arrivare in doppia cifra. Non mi accontento di simpatia, un po’ di voti e qualche sindaco. Voglio un centrodestra vincente e la Lega primo partito».

Quindi con lei leader del centrodestra...
«L’ha detto a Berlusconi e sono d’accordo con lui. Quando ci chiamano populisti ed estremisti, ricordo che governiamo da anni Lombardia e Veneto e i nostri governatori hanno lavorato bene».

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