BARI - Accelerare il recepimento della Procreazione medicalmente assistita (Pma) all’interno dei Lea, i Livelli essenziali di assistenza, ovvero le prestazioni sanitarie assicurate dal sistema pubblico. È quanto hanno chiesto ieri, davanti alla commissione Sanità, gli esponenti della Società italiana di riproduzione umana.
In Puglia, è stato spiegato ieri, le strutture pubbliche e private riescono a far fronte solo a circa il 50% circa del fabbisogno, generando così un flusso di mobilità passiva per circa 6 milioni all’anno. Per questo la Siru ha chiesto di prevedere l’introduzione dei servizi di Medicina della riproduzione, insieme a percorsi informativi rivolti ai genitori.
«La Pma è un lusso che non tutte le donne pugliesi possono permettersi - ha detto Luigi Manca (Dit), che ieri ha presieduto la commissione Sanità -: molte rinunciano perché non sono nelle condizioni economiche, altre cercano risposte fuori regione. Da tempo sostengo che la sterilità deve essere considerata una malattia e come tale deve essere a carico del Servizio sanitario, anche perché i costi sono notevoli e molte volte occorrono diverse procedure prima che si abbia una gravidanza. Al contrario rischiamo di lasciare le nostre donne nelle mani di chi sfrutta economicamente il loro desiderio di maternità».
Di «una realtà sconcertante» parla invece il capogruppo di Ap, Giannicola De Leonardis. «Registriamo - dice - carenza e a volte totale mancanza di centri e strutture attrezzate, come ad esempio nel caso della provincia di Foggia, soprattutto nel pubblico. C’è un ricorso praticamente obbligato ai privati, che produce una opinabile selezione basata sulle disponibilità economiche, al punto da indurre alla considerazione che la fecondazione eterologa in Puglia si possa fare solo così o andando al Nord, finendo così per aumentare un gap già considerevole e che non possiamo più permetterci di sostenere». Ieri in commissione si è parlato anche di aborto, con la proposta di legge di Mino Borraccino (Noi a Sinistra) che mira a garantire la presenza di medici non obiettori in tutti gli ospedali. Critiche sono arrivate dal Forum delle famiglie, secondo cui in Puglia mancherebbe soprattutto la prevenzione.