Via libera da Bruxelles

La burrata di Andria diventa Igp: ok da Ue

Coldiretti: nessuna indicazione per l'origine del latte, un'occasione persa per il territorio

La Commissione europea ha approvato la richiesta di inserimento nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp) per la Burrata di Andria. "Uno dei primi riferimenti storici al formaggio di latte vaccino ottenuto dall’unione di panna e formaggio a pasta filata risale al 1931 in una guida turistica», si legge in una nota della Commissione. Con la Burrata di Andria il numero dei prodotti italiani (esclusi vini e liquori) inseriti nel registro europeo "Door» degli alimenti Dop/Igp/Stg sale a quota 289.

L’approvazione dell’inserimento nel registro delle indicazioni geografiche protette (Igp) per la Burrata di Andria si rivela secondo la Coldiretti Puglia una occasione perduta per il territorio e per il latte locale. «Il Disciplinare non contiene alcuna indicazione dell’origine del latte e così questa diventa - secondo il presidente della Confederazione agricola pugliese, Gianni Cantele - un’operazione di cui beneficiano esclusivamente artigiani e industriali che vendono prodotto fatto con latte importato dall’estero, gabbando i consumatori e la sana imprenditoria zootecnica pugliese».

«E' inaccettabile che il riconoscimento comunitario Igp non tenga conto - secondo Cantele - delle importanti novità introdotte dal decreto che obbliga ad indicare in etichetta l'origine del latte da utilizzare per fare i prodotti lattiero-caseari 'made in Italy'. C'è stato poi un assordante silenzio della Regione Puglia sulla vicenda, dal 2013 fino alla presentazione ufficiale della richiesta, nonostante - sottolinea Cantele - le promesse dell’assessorato alle Risorse Agroalimentari di costruire una proposta che prevedesse l'inserimento in disciplinare almeno di percentuali di prodotto locale, giustificando e motivando tecnicamente la scelta». Dalle frontiere italiane passano - sottolinea la Coldiretti - ogni giorno 24 milioni di litri del cosiddetto «latte equivalente" tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. In Puglia - evidenzia la Confederazione - a fronte dei 1.939 allevamenti che producono 3,6 milioni di quintali di latte bovino, le importazioni di latte dall’estero raggiungono i 2,7 milioni di quintali e i 35mila quintali di prodotti semi-lavorati, utilizzati per fare prodotti lattiero-caseari che vengono, poi, venduti come prodotti lattiero-caseari «Made in Puglia».

IL SINDACO - Il riconoscimento del marchio Igp (Indicazione geografica protetta) per la burrata di Andria «è una notizia straordinaria per la città e per l’intero territorio». Così il presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani e sindaco di Andria, Nicola Giorgino, commenta in una nota la decisione della Commissione europea di accogliere la richiesta di inserimento del prodotto andriese nel registro delle Igp.

«Si tratta di un obiettivo inseguito per tanti anni - ricorda Giorgino - e che, al termine di un percorso lungo e non privo di ostacoli, abbiamo finalmente raggiunto. Sono trascorsi ben tre anni da quando la Provincia, allora guidata da Francesco Ventola, si pose alla guida di un tavolo tecnico con il Comune di Andria, la Regione Puglia e l’associazione dei produttori della burrata di Andria, perché questo prodotto fosse adeguatamente riconosciuto e protetto, come da molto tempo auspicato da produttori locali e rappresentanti del settore».

Ringraziando quanti hanno contribuito al raggiungimento del traguardo, Giorgino sottolinea che «la burrata di Andria rientra tra quelle inestimabili risorse del nostro territorio, invidiate in tutto il mondo ed esportate nei principali mercati europei, che abbiamo voluto in tutti i modi valorizzare e promuovere».

Privacy Policy Cookie Policy