regione basilicata
I timori dei revisori per il Frecciarossa
Regione in fibrillazione C'è l'ok alla variazione di bilancio, ma con dubbi sul treno
di Antonella Inciso
POTENZA - La vera partita si giocherà sul treno, sul Frecciarossa che ormai tutti davano per certo dall’undici dicembre prossimo. A pochi giorni dall’avvio del servizio, infatti, sono questioni giuridico- contabili a mettere un freno sull’arrivo del treno super veloce. Perché sul Frecciarossa si sono concentrate le perplessità dei revisori dei conti chiamati ad esprimersi sulla variazione del bilancio regionale. I revisori hanno espresso parere favorevole al documento contabile, ma nello stesso tempo non hanno nascosto le perplessità su quella norma che prevede un aiuto economico da parte della Regione (soprattutto se legato ad un servizio fatto senza gara). Dubbi che si sono sommati ad alcune indicazioni sempre di natura tecnico - giuridica (collegate per esempio al profilo degli aiuti di Stato) fatte dalla task force di esperti che il Consiglio regionale ha messo in piedi per esaminare le norme di legge prima dell’approvazione in Consiglio. Insomma, il servizio di trasporto è sotto la lente d’ingrandimento.
Tanto che alcuni articoli della legge contenuti nella variazione sono in corso di modifica e saranno ripresentati oggi con un emendamento da far approvare dal Consiglio regionale. Ed è finito sotto osservazione soprattutto per evitare che i dubbi di oggi possano magari diventare dei problemi più seri domani, a servizio avviato. Questo spiega il lavoro che i vertici della presidenza della Giunta regionale hanno fatto sino alla tarda serata di ieri per definire la questione, in attesa della seduta del Consiglio prevista oggi. Esattamente come hanno fatto con tutti gli altri nodi spinosi della variazione di bilancio, a cominciare dal personale per il quale nel documento sono attestati 9 milioni di euro. Soldi che servono per pagare gli stipendi di dicembre e la tredicesima. Insomma, un capitolo strategico che deve essere assolutamente approvato entro oggi, altrimenti il rischio è lo stop ai pagamenti (azzardo che, per la verità, nessuno in Consiglio vuole correre).
Eppure chiusi questi aspetti, il quadro non sarà certo più roseo. Anzi, i conti delineano chiaramente quanto la «coperta sia corta». Troppo corta, se tra royalty mancanti e riallineamento della spesa a causa della mancata parifica, a mancare sono ben 80 milioni di euro. Una cifra enorme, una somma che non consentirà neanche sui futuri documenti una movimentazione delle spese troppo articolata. Tutt’altro. E questo non solo sul 2016 e 2017, ma anche sul triennale che arriva sino al 2019. Tre anni di lacrime e sangue, dunque.