Bocciato emendamento

Sfumati 50 milioni per l'Asl Emiliano: tutta la Puglia si mobiliti per Taranto

BARI - «Tutta la Puglia deve mobilitarsi al fianco dei tarantini per pretendere dal governo ciò che loro spetta. Da anni la città subisce un inquinamento di Stato che ha spaventosamente aumentato ogni sorta di malattie». Lo scrive su Facebook il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all’indomani della bocciatura, da parte della commissione Bilancio della Camera, dell’emendamento alla Manovra finanziaria che avrebbe consentito alla Puglia di spendere 50 milioni di euro per fronteggiare le emergenze sanitarie causate dall’inquinamento a Taranto.

Per questo motivo, infatti, la Puglia aveva chiesto al governo una deroga al Decreto ministeriale 70, anche in ragione dei dati epidemiologici presentati dalla Regione in uno studio che dimostra come l’inquinamento provocato nel capoluogo ionico, in particolare dallo stabilimento siderurgico Ilva, colpisce soprattutto i bambini tarantini. Lo scorso 12 novembre il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzi, parlando a Bari con i giornalisti dell’argomento, aveva assicurato che il governo era "disposto ad aiutare la Puglia».

Emiliano su Fb sottolinea che «occorre curare i malati e disinnescare la fonte di inquinamento: due cose - precisa - che passano entrambe, purtroppo, da decisioni del governo centrale e non dall’autogoverno dei pugliesi». Poi, invita i cittadini seguire «la vicenda anche nei giorni prossimi».

Il governatore ricorda che «oggi è un giorno importante perché a Roma (ore 10, Camera di Commercio, piazza di Pietra) la Regione Puglia presenta il progetto per decarbonizzare l’Ilva e renderla finalmente compatibile con la salute umana, alla presenza dei massimi esperti mondiali». «Il governo - conclude - può cambiare idea solo se ognuno di noi si impegnerà a sostenere questa battaglia».

MINISTRO APRE IL CONRONTO - Il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha disposto l’apertura di un Tavolo di confronto tra Regione Puglia, le altre istituzioni locali interessate, i tecnici della Direzione generale della programmazione sanitaria del Ministero della salute e dell’ISS, al fine di «approfondire le esigenze correlate alla situazione ambientale-sanitaria dell’area di Taranto, anche nell’ottica di valutare l’esistenza dei presupposti tecnico-scientifici e giuridici che consentano di approntare una deroga al decreto ministeriale n. 70 del 2015».
E’ quanto si legge in un comunicato del ministero della Salute a proposito delle polemiche sulla mancata approvazione di un emendamento al ddl di bilancio per attribuire maggiori risorse alla Regione Puglia per affrontare le criticità sanitarie di Taranto.
Nella nota si precisa che «per derogare alle disposizioni del decreto ministeriale n. 70/2015 (di natura regolamentare) non è necessaria una norma di rango primario e, quindi, una modifica apportata attraverso una norma di legge, bensì è sufficiente operare una modifica dello stesso decreto ministeriale attraverso la medesima fonte regolamentare».
«Il prossimo 7 dicembre - prosegue il comunicato - saranno presentati presso l’Istituto superiore di sanità i risultati di uno studio epidemiologico, finanziato dal Ministero della salute, che darà evidenza dell’effettiva situazione sanitaria dei cittadini residenti nell’area di Taranto».

CONSIGLIERI OCCUPANO SALA COMMISSIONE - Alcuni consiglieri regionali pugliesi, tra cui Renato Perrini (Conservatori e Riformisti) e Giuseppe Turco (La Puglia con Emiliano) questa mattina hanno occupato simbolicamente a Bari, per alcuni minuti, la presidenza della IV Commissione regionale, nella sala Guaccero, per sensibilizzare l’intero consiglio «ad adottare atti a difesa della sanità tarantina, dopo lo stop ai 50 milioni di euro nella manovra finanziaria da parte della commissione Bilancio della Camera».

Taranto «da oltre 15 anni - osserva in una nota il consigliere Turco - è abbandonata al suo destino. Non stiamo chiedendo posti di lavoro, ma un diritto costituzionalmente garantito: il diritto alla salute. Adesso diciamo basta. Perché la salute dei cittadini non può essere sacrificata sull'altare delle campagne elettorali e referendarie».

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