«Grazie all’incremento dell’incentivo per tutti coloro che hanno accettato di aderire alla procedura di mobilità volontaria entro il 7 ottobre scorso gli esuberi residui si sono ridotti da 355 a 300». Lo ha annunciato il gruppo Natuzzi nell’incontro conclusivo con le organizzazioni sindacali che si è tenuto oggi alla direzione provinciale del lavoro di Taranto per la procedura di mobilità aperta lo scorso 26 luglio.
L’azienda in una nota spiega di aver ribadito «la propria disponibilità alla costituzione di una New.co. a cui affidare le commesse della trasformazione del poliuretano per le imbottiture di divani e poltrone. Il piano prevede l’utilizzo del sito produttivo di Ginosa e l’impiego a regime di circa 100 collaboratori. I tempi di implementazione stimati per la riconversione della fabbrica e l’avvio delle attività sono di 12-18 mesi e gli investimenti necessari ammontano a circa 3 milioni di euro». I lavoratori in esubero attualmente sono collocati in cassa integrazione a zero ore in scadenza il prossimo 14 ottobre e non più rinnovabile.
Natuzzi spa ha fatto presente che «in nessuno degli accordi siglati al Mise, l’azienda - si legge nella nota - si è mai impegnata a riassorbire nell’attuale organico del polo Italia i collaboratori in esubero. Tutti gli accordi sottoscritti con le organizzazioni sindacali hanno sempre dichiarato, senza equivoci, che i collaboratori in regime di cassa integrazione sono da considerarsi esuberi strutturali e che la loro ricollocazione sarebbe avvenuta all’interno di società terze, esterne a Natuzzi». Tuttavia l’azienda ha «sempre sostenuto che si sarebbe impegnata a gestire in maniera condivisa gli esuberi rivenienti dal Piano industriale presentato a partire dal luglio del 2013. Proprio per rispettare questo impegno, da tre anni - conclude il comunicato aziendale - Natuzzi lavora senza sosta, impiegando mezzi e risorse proprie, per favorire la loro ricollocazione. Nell’accordo del 14 settembre scorso l’azienda ha varato un nuovo piano sociale che prevede il rafforzamento del progetto di ricollocazione Assist, aumentando l’incentivo per le aziende disposte ad assumerli a tempo indeterminato e incrementando l’incentivo all’esodo».
SINDACATI: SALTA LA TRATTATIVA - Nulla di fatto nella trattativa tra il gruppo Natuzzi e le organizzazioni sindacali per la gestione degli esuberi annunciati dall’azienda per oltre 300 lavoratori ai quali il 14 ottobre prossimo scade la cassa integrazione straordinaria. Lo rendono noto le organizzazioni sindacali di categoria (dopo l’incontro presso la Direzione provinciale del lavoro a Taranto), che hanno subito programmato una serie di mobilitazioni a partire dalle 10 di domani quando si terrà, davanti ai cancelli dello stabilimento di Santeramo Jazzitiello (Bari), un’assemblea pubblica con determinazione del programma degli scioperi che dovranno interessare tutti le sedi della Natuzzi.
«Dopo lunga e difficoltosa discussione le parti, pur in presenza - spiegano i sindacati - di una sollecitazione da parte della Direzione provinciale del Lavoro a procrastinare le decisioni aziendali di avviare i licenziamenti, non è stato raggiunto un accordo. La Natuzzi ha comunicato la sua improrogabile decisione di licenziare i 300 dipendenti in Cigs e di non voler utilizzare alcuna forma di ammortizzatore sociale». I sindacati hanno continuato invano «a chiedere alla Natuzzi di recedere - viene osservato in una nota - dalla decisione riproponendo un piano industriale per il recupero di tutti i dipendenti in cassa integrazione, utilizzando la cassa in deroga in tempo utile per perfezionare un vero programma di recupero dei lavoratori».
«Siamo sconcertati dall’atteggiamento di chiusura dell’azienda - afferma il segretario generale della Feneal Uil Puglia, Salvatore Bevilacqua - che ha rifiutato anche la possibilità di una cassa integrazione in deroga, offerta dalla Regione Puglia, per poter continuare la trattativa con un pizzico di tranquillità. A questo punto il muro contro muro è nei fatti ed ognuno si assume le proprie responsabilità».