Verso l'Agenzia per l'acqua

I Consorzi «mangiasoldi» Non piace la riforma pugliese

BARI - Sono cominciate con una pioggia di critiche le audizioni in IV commissione sul disegno di legge che riformerà i consorzi di bonifica («Norme straordinarie in materia di consorzi di bonifica commissariati»). L’obiettivo è di portare in Aula entro novembre il nuovo, ennesimo tentativo di risolvere il bubbone dei conti perennemente in rosso dei consorzi commissariati, ma le organizzazioni datoriali e i sindacati hanno contestato all’unisono due punti cruciali del ddl: lo scorporo delle competenze in materia idrica a favore della nuova Agenzia regionale per l’acqua in agricoltura (Araia) e le procedure previste per il ripiano della debitoria pregressa dei consorzi, che confluiranno nel «Consorzio di bonifica Centro-Sud Puglia». Il ddl prevede, in particolare, che i creditori accettino un abbattimento del 50% del debito, oltre che la rinuncia totale a qualsiasi tipo di interessi (prevedibile una valanga di ricorsi). Di più: che fine farà il personale dei consorzi, in particolare quello a tempo determinato utilizzato storicamente dai consorzi?
Se l’assessore all’Agricoltura Leo Di Gioia ha specificato che la Regione non può più finanziare l’attuale articolazione del servizio in perdita, ragion per cui la sfida attuale è quella di mettere in piedi un sistema che si autosostenga, il presidente di Copagri, Tommaso Battista, è andato giù pesante con le obiezioni al ddl. «Che senso ha - ha chiesto - unificare in unico Consorzio le gestioni fallimentari che continuerebbero ad esistere dei consorzi soppressi?». E ancora: che senso ha «la costituzione della ennesima Agenzia Regionale, con compiti già in carico ad un’altra Agenzia di recente costituzione (Arif)? Nè si evince che a seguito della costituzione della nuova Agenzia segua la soppressione dell’Arif: questo significherà un ulteriore carrozzone da aggiungere e non sostituire?». Quanto ai contenziosi, «se almeno l’80 % dei creditori non accetterà le condizioni indicate dal ddl che succederà?». Nessuna garanzia, infine, sul miglioramento del servizio sinora reso (a fatica o a singhiozzo) dai consorzi agli agricoltori.
«Anche in questa vicenda il Governo regionale naviga praticamente a vista» tuona Nino Marmo (FI) - la soppressione di ben quattro Consorzi della Puglia e la creazione di una agenzia unica costituiscono una sorta di esproprio ai danni del territorio da parte di un Governo che non vede l’ora di scaricarsi di un peso. Ma questa soluzione lascia irrisolta la questione dell’enorme massa debitoria pregressa; del trasferimento della forza lavoro, ivi compresi i dipendenti stagionali; della gestione dei pozzi e del ridimensionamento del numero spropositato degli stessi, assai spesso abusivi o nocivi; della determinazione di nuove tariffe d’uso che non gravino sugli utenti finali». Parla di «un provvedimento utile e necessario, ma servono chiarimenti» anche il consigliere regionale Mauro Vizzino (Emiliano sindaco di Puglia) a proposito della sospensione fino al 26 novembre della riscossione del tributo «630» per l’anno 2014, decisa nei giorni scorsi. mentre condivide a pieno la decisione Napoleone Cera, capogruppo dei «Popolari», sebbene sia «un provvedimento che non risolve i problemi degli agricoltori e rimanda la soluzione della questione tributi a una data da destinarsi». «La nuova agenzia regionale Araia è stata concepita per scippare il settore irriguo ai consorzi di bonifica - dice Cristian Casili (M5S) - per poi farlo transitare in Aqp con scenari drammatici per i pugliesi. Di fatto se la gestione dell’acqua in agricoltura passerà ad un soggetto privato a totale partecipazione di Aqp, i costi saranno notevolmente più alti a causa dell’aggravio degli oneri fiscali e non sarà più possibile garantire a tutti questa risorsa fondamentale». Piuttosto, il ddl dovrebbe guardare «ai tanti pozzi abusivi, ai costi dell’energia elettrica soprattutto per i pozzi di falda profonda e al costo dell’acqua che ci viene fornita dalle regioni limitrofe». Infine, Casili annuncia un emendamento all’art. 5 del ddl «finalizzato a salvaguardare gli operai Otd dei consorzi commissariati che fino ad oggi, causa di una crescente diminuzione delle giornate lavorative, hanno subito una precarizzazione inaccettabile».

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