Il sisma nel centro Italia
Renzi a Rieti: «Almeno 120 vite spezzate» «Devastazione mai vista». Migliaia di sfollati
«Ci sono almeno 120 vite spezzate in questo momento», poco prima il triste computo di alzare la cifra dei morti nel sisma che nella notte ha colpito il centro Italia se lo assume il premier Matteo Renzi in conferenza stampa da Rieti, un numero ancora terribilmente parziale. «Se fosse il mese di ottobre il computo vittime sarebbe più facile. Oggi il numeri degli abitanti di quei comuni va moltiplicato per 10 e il numero delle vittime potrebbe crescere. Ma la nostra responsabilità è di dare il numero delle salme estratte, ma è possibile che il numero cresca».
Il primo bilancio ufficiale ed ancora provvisorio della Protezione Civile sui feriti del sisma ne registra al momento 270. Sono 196 nell’area di Amatrice e Accumuli, nel reatino, e 74 nell’area di Arquata, nelle Marche.
Una devastazione «peggiore di quella dell’Aquila, mai vista una cosa così». E’ la reazione dei soccorritori al lavoro nei paesi distrutti dal terremoto della scorsa notte che ha provocato, secondo l’ultimo bilancio ufficiale della Protezione Civile, 73 morti. «Qualche centinaio» i feriti e un numero imprecisato di dispersi. La terra intanto continua a tremare: un’altra violenta scossa, di magnitudo 4.9, è stata avvertita nel primo pomeriggio scatenando il panico.
La scossa più forte, di magnitudo 6, era avvenuta invece alle 3.36 con epicentro vicino Accumoli (Rieti); una seconda di magnitudo 5.4 è stata registrata alle 4,33 con epicentro tra Norcia (Perugia) e Castelsantangelo sul Nera (Macerata).
I paesi distrutti offrono scene apocalittiche, i soccorritori a Pescara del Tronto descrivono una situazione «mai vista», ed anche la presidente della Camera Boldrini, giunta sul posto, commenta: «Non c'è più nulla, sembra un bombardamento».
Timori anche per il patrimonio culturale nelle zone più colpite. Piccole crepe si sono aperte nella struttura esterna del Duomo di Urbino, che è stato transennato. Crolli nel monastero di S.Chiara a Camerino e, ad Amatrice, nella basilica di San Francesco e la chiesa di Sant'Agostino. Il ministero dei beni culturali ha allertato le sue unità di crisi, in azione la task force italiana dei Caschi Blu della Cultura. A Roma sottoposto a verifiche il Colosseo, ma nessun danno.
Il presidente del Consiglio Renziè arrivato nel pomeriggio ad Amatrice tra le zone più colpite. Ringrazia «tutti coloro che sono intervenuti e hanno scavato a mani nude» e assicura: «Non lasceremo nessuno da solo. L’Italia piange e mostra al mondo le lacrime ma anche il cuore grande dei volontari, della protezione civile e delle istituzioni». Nella zona colpita sono arrivati il capo della Protezione Civile Curcio ed il ministro Delrio che assicura: «Troveremo le risorse per il post-terremoto, ce la faremo».
E intanto è rientrato a Roma da Palermo il presidente della Repubblica Mattarella. Il Papa ha rinviato la catechesi prevista nell’udienza del mercoledì. Lutto anche per lo sport, Malagò (Coni) annuncia 'un minuto di silenzio in tutte le manifestazioni sportivè.
Ad Accumoli sono 2.500 gli sfollati in seguito al sisma della scorsa notte. Lo ha detto il sindaco del comune Stefano Petrucci, precisando che circa 2.000 di essi sono villeggianti per la stagione estiva: «Cercheremo di assisterli tutti ma è meglio se lasceranno il paese». «La ferita dell’Aquila è ancora fresca e temiamo di essere dimenticati...», ha aggiunto il sindaco.
Ad Arquata si scava anche a mani nude. «Il paese è completamente distrutto. Lavoriamo con le mani per tirare fuori qualche sopravvissuto»: così il sindaco di Arquata del Tronto, Aleandro Petrucci, impegnato nei soccorsi dopo il disastroso terremoto della notte scorsa. Nel campo sportivo alle porte del centro sono stati allestiti due ospedali da campo. Sul terremo di gioco numerose ambulanze, un’autobotte della Polizia e un elicottero della Forestale. Le camionette dei Vigili del fuoco si spostano in continuazione. Nel paese la gente si sposta con sguardo ancora terrorizzato, alcuni in lacrime. Molti indossano ancora il pigiama e si proteggono con delle coperte anche se la temperatura è piuttosto calda. Quasi tutti hanno in mano delle bustine di plastica con gli effetti personali che sono riusciti a portare via dalle abitazioni. Diversi anche i bambini e i cani al guinzaglio.
Ad Arquata del Tronto vivono normalmente circa 1.200 persone in tredici frazioni. «In questo periodo - ha spiegato ancora il sindaco - salgono a 5-6.000, molti dei quali provenienti da Roma e dalla costa adriatica».
Petrucci sottolinea che sono crollati «tutti gli edifici pubblici e anche la caserma dei Carabinieri è stata danneggiata». «Attendiamo - ha aggiunto - l’arrivo delle tende per la notte, sperando che chi è rimasto senza casa non voglia rimanere davanti all’abitazione danneggiata»
NUMERI DI EMERGENZA - Palazzo Chigi fa sapere che sono attivi i seguenti numeri: del contact center della Protezione civile: 800840840; e della sala operativa della protezione civile Lazio: 803555.
«COME LA TRAGEDIA DE L'AQUILA - «Questo è un terremoto di magnitudo importante, è un terremoto superficiale che ha provocato uno scuotimento rilevante. Il valore è paragonabile al sisma de L'Aquila». E’ il primo bilancio del capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, nell’incontro stampa a margine del Comitato operativo in corso nella sede della Protezione Civile di Roma insieme ai rappresentanti di tutte le forze dell’ordine.
Continuando nel paragone con il sisma che ha colpito L'Aquila, Curcio ha aggiunto: «E' chiaro che qui cambia lo scenario nel senso che L’Aquila era una città capoluogo di Regione e importante dal punto di vista numerico. Qui c'è una popolazione più diffusa, quindi immaginiamo che l’impatto sia meno gravoso in termini di vite umane. Ma un evento di assoluto rilievo». «Siamo ancora nella fase del soccorso, in questo momento la priorità è la salvaguardia della vita umana. Poi ci occuperemo del resto».
PER LA SOLIDARIETA' - Dal mondo dell’economia, L’Abi invita le banche a sospendere il pagamento delle rete dei mutui per gli immobili danneggiati. Confindustria si dice «pronta a garantire supporto per affrontare l’emergenza e la ripresa». Attivo il numero telefonico 45500 per donare due euro - via sms o chiamata da rete fissa - a sostegno delle popolazioni colpite.