altri 3,5 mln a un professionista
Sud est, uno scandalo continuo scoperte altre consulenze d'oro
Avrebbe collezionato decine di incarichi sotto i 40mila euro per evitare la gara: e sarebbe diventato pure sub appaltatore
BARI - Trentasei incarichi di consulenza come assistente al Responsabile del procedimento, tutti sotto i 40mila euro, tutti conclusi con le dimissioni nello stesso giorno del 2011. Poi altri 41 incarichi, con lo stesso oggetto, ottenuti fino a marzo 2015, quando ha portato a casa in totale tre milioni e mezzo di euro. Le Sud-Est hanno cominciato a sfogliare le carte sugli investimenti, un settore in cui le ferrovie baresi hanno speso un miliardo di euro nell’ultimo decennio. E se questo è l’antipasto c’è poco da stare allegri. Perché un misterioso signore torinese, che si chiama Giorgio Garrone in questa storia potrebbe aver fatto due parti in commedia. Da un lato consulente per gli appalti, dall’altro subappaltatore in uno dei più importanti interventi degli ultimi anni, quello per l’elettrificazione della Bari-Taranto.
Il caso è delicatissimo, tanto che il commissario Andrea Viero si prepara a portare le carte sia alla Procura ordinaria che a quella contabile. Perché, a quanto emerso dai primi riscontri, il ruolo in azienda di Garrone era collegato a quello del capo degli investimenti, quel Francesco Paolo Angiulli licenziato a maggio per aver consentito all’ex amministratore unico Luigi Fiorillo di portare a casa 4 milioni di euro come assistente al Rup. Esattamente ciò che per anni ha potuto fare Garrone. Con l’unica differenza che questo professionista piemontese, con solidi collegamenti nella curia locale (e - a quanto dicono in azienda - molto amico anche di Fiorillo), è uscito di scena al momento giusto. In Sud-Est godeva di grande rispetto, anche perché tutti ritenevano che Garrone fosse un ex dirigente del ministero delle Infrastrutture.
Si tratta invece di un imprenditore, presidente e amministratore di una società romana che si chiama Itw&Lkw Geotermia Italia spa. È un’azienda che si occupa di energie rinnovabili, che fa capo a un gruppo austriaco con sede nel Liechtenstein, e che risulta aver avuto un subappalto dall’Ati tra Eredi Mercuri, Sirti e Caf che ha vinto la gara per i lavori di elettrificazione della tratta Bari-Taranto che valgono in totale circa 95 milioni di euro. In uno dei lotti, il terzo (da circa 20 milioni), la Itw risulterebbe subappaltatrice al 15%: si sta cercando di capire di cosa si sia occupato. Ma soprattutto, ora qualcuno dovrà spiegare come sia stato possibile che uno degli assistenti del Rup - il cui ruolo era quello di contabilizzare, rendicontare e controllare i lavori effettuati - facesse a sua volta il subappaltatore. Se fosse davvero così, come le prime carte raccolte da Viero sembrerebbero confermare, ci sarebbe un bel problema di controlli mai fatti o - peggio - di complicità.
Su collaudi e commissioni di gara si è del resto già concentrata l’attenzione della Corte dei Conti, che nelle scorse settimane ha più volte mandato la Finanza ad acquisire documentazione sugli incarichi e sui pagamenti. Ciò che la Procura contabile - il fascicolo è nelle mani del vice-procuratore Pierpaolo Grasso - vuole stabilire è se le persone che hanno ottenuto quegli incarichi abbiano rispettato tutte le norme in materia: spesso si tratta infatti di dipendenti pubblici (ad esempio funzionari e dirigenti di articolazioni territoriali del ministero delle Infrastrutture), che hanno l’obbligo di chiedere l’autorizzazione. Se non lo fanno, devono restituire i soldi.