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Bancarotta, chiesto processo
per Lello Degennaro e Olivieri

 
Franco Giuliano

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Franco Giuliano

Giovedì 28 Aprile 2016, 20:54

BARI - La Procura di Bari ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque persone accusate a vario titolo di concorso in bancarotta fraudolenta e favoreggiamento personale. La vicenda riguarda il fallimento della società barese Ctf Srl riconducibile a Emanuele Degennaro. Secondo l’accusa Degennaro, insieme con la sua segretaria Caterina De Bari e con la complicità dell’avvocato Giacomo Olivieri, segretario nazionale del movimento politico 'Realtà Italià, e del bitontino Francesco Monte, avrebbe dissipato le risorse aziendali e distratto beni per circa 17 milioni di euro. C'è poi un quinto indagato, Gaetano Abbadessa, accusato di favoreggiamento, che avrebbe aiutato a eludere le indagini dichiarando il falso su alcuni assegni.

Stando agli accertamenti della Guardia di Finanza, coordinata dal pm della Procura di Bari Giuseppe Dentamaro, gli indagati avrebbero fatto una serie di operazioni illecite fino a svuotare le casse della società, falsificando anche le scritture contabili. In particolare avrebbero accollato al patrimonio della CTF i 20 milioni di debiti di un’altra società del gruppo Degennaro, la Fdp Prima, e avrebbero poi acquistato un immobile - la Torre B del Baricentro di Casamassima del valore di 25 milioni di euro - ottenendo uno sconto pari a 3 milioni corrispondente ad un credito vantato nei confronti della proprietaria dell’immobile, intestandolo però ad una terza società facente capo al gruppo Degennaro, la Impidue srl, impoverendo quindi ulteriormente le risorse della CTF. Altre risorse, pari a circa 800mila euro, sarebbero state distratte emettendo decine di assegni.

Con riferimento a questo aspetto la magistratura barese ipotizza responsabilità nei confronti di Olivieri e Monte, che avrebbero incassato il primo 22 assegni del valore di 220mila euro, il secondo 46 assegni per 600mila euro. In sede di interrogatorio Olivieri ha giustificato come prestiti personali - in parte già restituiti - quegli assegni firmati da Vito Lacasella (l'amministratore poi deceduto della società CTF), ma la cui firma sarebbe risultata in alcuni casi falsificata. L’udienza preliminare per il rinvio a giudizio dei cinque indagati inizierà il prossimo 14 giugno dinanzi al gup del Tribunale di Bari Annachiara Mastrorilli.

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