Al Giovanni XXIII
Bari, abusi su minori condannato un medico
Due anni e 8 mesi al dott. Galeone: il gup Diella lo ha assolto da tre dei 6 fatti contestati dalla procura
Il gup del Tribunale di Bari Antonio Diella ha condannato alla pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per violenza sessuale su tre minori il medico barese Dante Galeone, ex primario di Neurochirurgia dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari. Il giudice, al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato, ha ridimensionato le accuse mosse dalla Procura condannando il medico al minimo della pena prevista per questi reati e assolvendolo «perché il fatto non sussiste» da tre dei sei episodi contestati (nei confronti di un’altra minore e di due mamme di pazienti). Il gup ha infine riconosciuto ad una delle vittime, costituita parte civile nel procedimento, il risarcimento danni con provvisionale immediatamente esecutiva di 25mila euro.
Nell’ambito di questa indagine il medico è stato arrestato nel febbraio 2013. Le minori, all’epoca dei fatti di età compresa tra 12 e 16 anni, hanno raccontato agli inquirenti di aver subito abusi, consistiti soprattutto in palpeggiamenti, durante le visite mediche. Racconti simili a quelli delle giovani pazienti sono stati fatti dalle mamme. Nel loro caso il medico, dopo aver visitato i figli, avrebbe suggerito alle donne di sottoporsi ad un controllo offrendosi di visitarle. Sulla vicenda il giudice ha disposto durante il processo una perizia medico-legale per stabilire se nelle visite di Galeone sui suoi pazienti, il primario usasse tecniche mediche, come spiegato dall’imputato, oppure abusasse di loro. "Chiunque conosce la realtà dei processi penali in materia sessuale sa bene quanto è difficile dimostrare l’innocenza dell’imputato. - ha dichiarato il difensore di Galeone, l'avvocato Michele Laforgia - Ciononostante, il giudice ha stabilito che metà delle accuse erano infondate, assolvendo il dottor Galeone da tre ipotesi di abuso 'perché il fatto non sussistè. Siamo certi che in appello sarà riconosciuta la sua estraneità anche dalle altre contestazioni»