di MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - Ci sono i 272 milioni spesi in esternalizzazioni, consulenze ed incarichi legali. Ma c’è anche un miliardo di euro di investimenti effettuati in un decennio: una montagna di denaro in cui si nascondono alcuni progettisti d’oro. È il nuovo capitolo del disastro delle Ferrovie Sud-Est, quello su cui si sta concentrando in questi giorni il lavoro del commissario Andrea Viero e dei vice Domenico Mariani e Angelo Mautone. Un nuovo approfondimento che sta facendo emergere altre scoperte sorprendenti: incarichi milionari a dipendenti ed ex dipendenti.
Il recordman assoluto è Vito Antonio Prato, l’ingegnere da 52 milioni di euro tra progetti e direzione lavori, ribattezzato non a caso il Messi del Salento. Ma non deve essersela passata male l’ex dirigente degli investimenti, Francesco Paolo Angiulli, che in un decennio risulta aver percepito compensi come assistente al Rup per 7,8 milioni. Angiulli è l’uomo che affidava consulenze all’ex numero uno di Sud-Est, Luigi Fiorillo, che ha portato a casa 13,7 milioni in un decennio nonostante uno stipendio «ufficiale» da 40mila euro lordi l’anno. Poco più sotto si piazza l’ex direttore generale delle Sud-Est, l’avvocato Nicola Aversano, che ha percepito 5,4 milioni di euro come collaudatore.
L’approfondimento avviato da Viero mira a verificare se le procedure per l’assegnazione di questi incarichi siano state legittime. Nell’elenco non ci sono certo solo Angiulli e Aversano, ma anche tanti nomi legati alla politica (vedi l’ex senatore salentino Francesco Chirilli) e moltissimi dirigenti o ex dirigenti della Regione che in linea di principio avrebero dovuto vigilare sugli appalti delle Sud-Est.
La Procura di Bari ha aperto un fascicolo sulla relazione di Viero, iscrivendo nel registro degli indagati sia Fiorillo che l’avvocato romano Angelo Schiano, quello dei 27 milioni di parcelle. Ma al tema degli appalti si sono già interessati i magistrati di Firenze nell’inchiesta Grandi Opere, che ruota intorno all’ex ras del ministero delle Infrastrutture, Ercole Incalza: un fascicolo in cui è coinvolto pure Fiorillo, accusato di turbativa d’asta proprio in relazione ad alcuni incarichi di progettazione.
Nelle intercettazioni eseguite dal Ros si parla, del resto, proprio di Angiulli (che non è indagato), a testimonianza di quali erano gli appetiti intorno alle Sud-Est. Il tema è il progetto dell’elettrificazione della rete, avviato ma non ancora completato: le indagini fiorentine hanno documentato l’esistenza di una lobby che premeva sul ministero delle Infrastrutture (all’epoca guidato da Maurizio Lupi, poi costretto a lasciare proprio per via di quella indagine) con l’obiettivo di ottenere i finanziamenti per lo stralcio salentino (i soldi arriveranno poi con un emendamento allo Sblocca Italia, un po’ come emerso a Potenza per il caso della Total).
Il 19 giugno 2014 i carabinieri registrano Angelantonio Pica che parla Salvatore Adorisio, i titolari dela Gsf, la società che secondo l’accusa aveva ottenuto appalti in Sud-Est in cambio di tangenti a Incalza e al suo braccio destro Sandro Pacella: «Ho sentito Francesco (Angiulli, ndr) per quelle cose. Lui ha detto che ieri sono stati al Ministero ma per quell'altra cosa cioè il finanziamento eventuale dell'elettrificazione di tutta quella parte salentina delle Sud-Est. Hanno parlato con il sottosegretario De Caro e poi da De Caro hanno fatto chiamare Ercole Incalza il quale stamattina si è reincazzato con Sandro (Pacella, ndr) e gli ha detto: “Questi sono proprio stronzi, non hanno capito niente, non devono andare da De Caro e fare chiamare me. Devono venire da me e poi eventualmente io li accompagno da De Caro».
Pica, Adorisio, Incalza e Pacella all’epoca furono destinatari di ordinanze di custodia cautelare (nel fratempo sono tornati in libertà): Pacella, in particolare, è un dirigente delle Sud-Est fino allo scorso anno in distacco al ministero. Ma la società barese si era sempre «dimenticata» di farsi rimborsare per il costo dello stipendio, come avrebbe dovuto fare.
In attesa che la verifica sugli incarichi sia completa, Viero ha deciso di licenziare Angiulli che nella riorganizzazione era già stato destituito e trasferito a occuparsi di autolinee. La contestazione formale partirà in settimana. Ma, a quanto pare, le teste che cadranno sono numerose: altri dirigenti verranno licenziati o «accompagnati» alla pensione. Ha già perso i galloni di dirigente Riccardo Zotti, l’ex sindacalista (segretario regionale della Filt Cgil) che Fiorillo aveva promosso sul campo e che sembrava destinato al ruolo di capo del personale: per salvare il posto di lavoro, ha accettato il demansionamento a quadro.