Ottanta candeline per la Lollo, icona di un'Italia che sognava
ROMA - L'età? Un dettaglio irrilevante, anche e soprattutto se gli anni sono diventati ottanta. Gina Lollobrigida fa spallucce nell'imminenza del fatidico traguardo (il suo compleanno è il 4 di luglio): sta preparando tre libri dedicati alle sue passioni, fotografia e scultura, e non esclude di dare alle stampe un'autobiografia. Ce n'è a bizzeffe, di materiale, per una donna che ha incarnato l'Italia ruspante che usciva dalla guerra con grinta e voglia di ricominciare, per la quale Vittorio De Sica coniò il termine «maggiorata fisica», che fu per tutti la Fata dai Capelli Turchini di Pinocchio e che undici anni fa è stata nominata Cavaliere per i servigi resi alla Repubblica.
La ragazzina di Subiaco dal carattere deciso, ambiziosa e ostinata, che a vent'anni si classificò terza al concorso di Miss Italia che incoronò Lucia Bosè, aveva già cominciato a lavorare nel cinema come comparsa e controfigura: furono anni duri, ma una volta arrivata al successo la Lollo si mostrò decisa a non mollarlo più. Deponeva a suo favore la congiuntura storica: quella dei primi anni cinquanta era un'Italia uscita con le ossa rotte dal fascismo e dalla guerra, che era decisa a farcela e non aveva paura di combattere. Esattamente il modello della Bersagliera di «Pane, amore e fantasia», che fece di Gina una star, fu il «blockbuster» italiano del '53 e rastrellò un Nastro d'argento per lei, un Orso d'argento a Berlino per il film e un David di Donatello per Vittorio De Sica. «E' insieme il trionfo dell'Arcadia e della Commedia dell'arte con le sue maschere», scrive il Morandini. Gina è una star di livello internazionale: sbarca in America invitata dal miliardario Howard Hughes ma Hollywood le va stretta e pianta tutto per tornare a Roma. È di quegli anni la «storica «rivalità con Sophia Loren, con la nascita di due veri e propri «partiti» schierati per l'una o l'altra diva.
Per almeno vent'anni la Lollo è stata il simbolo della bellezza italiana nel mondo. Accorta amministratrice della propria immagine, si è sempre fidata solo di se stessa: si truccava da sola e disegnava personalmente i suoi sontuosi abiti da sera. Nessun amore troppo impegnativo che possa distrarla dall'edificazione del proprio mito: nel 1949 aveva sposato il regista Milko Skofic, dal quale ha avuto un figlio, per poi divorziare 22 anni dopo (ma Gina e il marito vivevano separati almeno da cinque anni).
Inaspettatamente nove mesi fa rivela di stare per sposarsi, dopo una relazione segreta durata più di vent'anni, con l'imprenditore spagnolo Javier Rigau: lei ha 79 anni, lui 45 (nella foto a destra quando erano ancora insieme). La notizia scatena la curiosità morbosa dei mass media, al punto di spingere la Lollo a chiedere a Silvio Berlusconi di intervenire presso la rete spagnola Telecinco perchè la smettano di intromettersi nella sua vita privata. Lui la accontenta, ma il fidanzamento non sopravvive allo stress.
Tra i suoi successi, «La romana» (1954) di Luigi Zampa, «La donna più bella del mondo» (1955) di Robert Z. Leonard, in cui dà prova di possedere una bella voce, superproduzioni internazionali come «Trapeze» (1955), «Notre-Dame de Paris» (1956), «Salomone e la regina di Saba» (1959), «Venere imperiale» (1962). Fu anche una vedova incerta e tormentata al fianco di un perfido Sean Connery ne «La donna di paglia» (1964). Nel 1972 la televisione la riscopre, quando ormai si è ritirata, affidandole la parte della fata Turchina nello sceneggiato «Le avventure di Pinocchio» di Luigi Comencini. Ritiratasi dal cinema nel 1975, la Lollo si dedica alla fotografia e alla scultura, le grandi passioni della sua vita. Viene nominata Cavaliere della Repubblica e nell'ottobre 1996 Accademica onoraria dell'antica Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.