Mafia - Arrestato Bernardo Provenzano

PALERMO - Il boss mafioso Bernardo Provenzano è stato arrestato dalla Polizia di Stato nel Corleonese. Lo confermano il procuratore aggiunto Giuseppe Pignatone ed i pm della Dda Prestipino e Marzia Sabella.
Provenzano è stato arrestato in un casolare nella campagna di Corleone. L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Palermo insieme al Servizio Centrale Operativo (Sco) e alla Direzione Centrale Anticrimine (Dac). La «primula rossa» della mafia non ha opposto resistenza e non era armato.
Maglione, jeans e scarponcini. Così era vestito Bernardo Provenzano nel momento in cui la Polizia l'ha arrestato nelle campagne di Corleone. A quanto si apprende dalle prime informazioni, Provenzano non avrebbe parlato al momento dell'arresto, ma in tasca gli sarebbero stati trovati i famosi bigliettini di carta con cui dava gli ordini, i «pizzinni».

VECCHIO E ACCIACCATO MA RESTAVA IMPRENDIBILE
Nell'ultimo periodo della sua ultra quarantennale latitanza, circolavano voci su un suo presunto crollo fisico. Sopratutto dopo l'intervento per un tumore alla prostata avvenuto in una clinica di Marsiglia nell'ottobre del 2003.
Bernardo Provenzano, 73 anni compiuti il 3 gennaio scorso, da 43 in cima all'elenco dei superlatitanti, veniva descritto come un boss vecchio e acciaccato, ormai sul viale del tramonto. Niente di più inesatto. Secondo le ultime intercettazioni, infatti, l'anziano padrino avrebbe continuato a godere, nonostante tutto, di una salute di ferro.
Parola del suo ultimo vivandiere, Stefano Lo Verso, 44 anni, fermato nel gennaio del 2005, che in una intercettazione definisce lo zio Binu addirittura un «Rambo», sostenendo che il suo stato di salute è più che buono, e sottolineando la forza e la tenacia dell'anziano boss che riesce ad adattarsi alle condizioni ambientali più sfavorevoli.
Lo Verso, l'uomo che per parecchio tempo ha portato da mangiare al boss, conosceva bene il luogo dove Provenzano si sarebbe rifugiato fino a poco tempo fa, un covo nascosto in un' area compresa fra Aspra e Bagheria. Su questo territorio, alle porte di Palermo, Lo Verso si muoveva in macchina per portare al suo «capo» il cibo e in particolare la «verdura» di cui è goloso.
«Lui (Provenzano ndr.) - dice il vivandiere nella conversazione captata dalle microspie - si lamentava della pulizia che stavo facendo e mi diceva che era un peccato buttare via alcuni cibi in cui c'erano i vermi. Ho capito solo allora che se li mangiava con i vermi, tanto che mi disse: ho mangiato cose peggiori».

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