ROMA - Sono oltre 2 milioni, in Italia, i ragazzi tra i 12 e i 25 anni che soffrono di disturbi del comportamento alimentare. L'allarme, lanciato dall'ultimo rapporto Eurispes, sottolinea anche la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6 o 7 anni dall'esordio, quando i sintomi fisici e psichici sono divenuti particolarmente evidenti. Per bloccare il fenomeno parte oggi la campagna nazionale di informazione voluta dal Movimento Italiano Genitori (Moige), con la messa on line del sito www.anoressiaebulimia.info e con l'attivazione di un numero verde nazionale gratuito all' 800/93.70.70.
Entrambi i servizi saranno gestiti interamente da medici e psicologi con significative esperienze nel campo della cura e delle prevenzione dei disturbi del comportamento alimentari e forniranno informazioni e ciìosigli dettagliati. La campagna prevede anche la diffusione mirata sul territorio nazionale di locandine e depliant.
Nel sito è si può trovare anche una lista di 41 centri ospedalieri italiani convenzionati con il sistema sanitario che offrono programmi per la terapia dei Disturbi Alimentari, con tutti i riferimenti necessari per un primo contatto. Vi è inoltre uno spazio specifico «L'esperto risponde», che avrà sostanzialmente la stessa funzione del numero verde ed offrirà così un doppia opzione, telefonica e telematica, a chi desidera avere chiarimenti o consigli.
Per disturbi del comportamento alimentare (Dca) si intendono tutti quei casi in cui esiste un rapporto alterato con il cibo e con il proprio corpo. Fanno parte di questi disturbi l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa, oltre al disturbo da alimentazione incontrollata (Bed) e disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati (Ednos). In questi disturbi l'alimentazione può assumere caratteristiche disordinate ed ossessive, con rituali tali da compromettere la possibilità di consumare un pasto in modo 'abbastanza normalè.
I disturbi alimentari più noti sono anoressia e bulimia e secondo i dati del Centro italiano disturbi alimentari psicogeni (Cidap), in Italia ci sarebbero circa 1 milione e 400 mila ragazze bulimiche e 750 mila anoressiche. Questi disturbi del comportamento alimentare riguardano infatti le donne in circa il 90% dei casi, anche se a partire dagli anni '90 si nota una costante diffusione tra i ragazzi.
La bulimia nervosa, che significa letteralmente 'fame da bue', si manifesta con la con la tendenza ad abbuffarsi per poi eliminare velocemente quanto ingerito attraverso il vomito o con abuso di lassativi. Questo disturbo è anche piuttosto difficile da diagnosticare in quanto generalmente non si accompagna a significative variazioni di peso, tanto che molti specialisti lo considerano un 'disturbo epidemico nascostò. I dati epidemiologici parlano di una incidenza di circa il 3% nella popolazione femminile.
Al contrario l'anoressia nervosa si manifesta con il rifiuto del cibo e con una forte perdita di peso; questo disturbo in un 3-5% circa di casi porta alla morte. Questa malattia, considerata 50 anni fa come rara e diffusa solo tra le giovani delle classi elevate riguarda ormai tutti gli strati sociali del mondo occidentale. Entrambe i disturbi sono accomunati dal pensiero ossessivo del cibo, dalla paura morbosa di diventare soprappeso uniti ad una percezione deformante del proprio corpo e ad una bassa stima di sè. Le forme di disturbo da alimentazione incontrollata e i disturbi non specificati riguarderebbero invece circa il 6% delle adolescenti italiane.
Secondo i dati del ministero della Salute l'insorgere di nuovi casi di anoressia è al momento stabilizzato su una media di 6 nuovi casi ogni 100 mila abitanti, mentre è in crescita l'incidenza della bulimia nervosa, circa 12 nuovi casi ogni 100mila abitanti. Stando a questi dati dunque ci sarebbero in Italia, ogni anno, oltre 9.000 nuovi casi all'anno, prevalentemente nella fascia di età 12 - 25 anni. In questi anni si sta anche registrando un certo abbassamento della soglia d'età di rischio che è scesa, per le ragazze, dai 14-16 anni agli 11-13, con casi di insorgenza precoce già a 7 anni.
«Si tratta di dati ampiamente sottostimati, in quanto rilevati sulle casistiche cliniche mentre assai più diffuse sono le forme sub-cliniche e i casi non trattati, basti pensare che solo il 10% di chi soffre di Dca chiede spontaneamente aiuto. Non è infatti un caso che i dati ministeriali parlino di 65.400 adolescenti italiane malate per anoressia e bulimia mentre studi specialistici calcolano cifre 4 volte più alte». Lo afferma Loredana Petrone, psicologa e responsabile per il Movimento Italiano Genitori della nuova campagna di prevenzione dei disturbi alimentari.
«Spesso comunque -prosegue Petrone- la diagnosi arriva solo quando il disturbo provoca conseguenze fisiche evidenti, oppure quando la diminuzione di peso, o al contrario il suo aumento, è divenuto patologico. E' dunque importante lavorare soprattutto a livello di prevenzione e di informazione, aiutando i familiari a riconoscere questi disturbi sul nascere e ad accompagnare i figli in un percorso di guarigione che non è solo fisico ma soprattutto psicologico. I disturbi dell'alimentazione infatti sono per lo più la spia di un disagio più profondo».
«Per quanto concerne le cause del disagio -conclude Petrone non si può guardare in un'unica direzione e bisognerebbe smettere di attribuire sempre la colpa alla famiglia, come spesso è stato fatto in questi anni. E' vero che il clima familiare e l'educazione ricevuta sono determinanti, ma ci sono molti altri fattori che intervengono in modo importante. La moda non è l'ultima delle colpevoli; fisici perfetti e scolpiti, esibiti costantemente in ogni dettaglio, propongono fin da piccoli canoni estetici fuorvianti e che per lo più possono essere raggiunti sono grazie a sapienti ritocchi al computer, e che in molti casi sono al confine con la patologia».
Sabato 28 Maggio 2005, 14:03
18 Ottobre 2025, 19:02
















