la sentenza
Torino, finanziamento alle primarie Pd: assolti in appello Stefanazzi e l'imprenditore Ladisa
Ribaltata la condanna di primo grado quando era stato assolto anche il governatore Michele Emiliano
La Corte d'appello di Torino ha assolto «perché il fatto non sussiste» l’ex capo di gabinetto della Regione, Claudio Stefanazzi, e l’imprenditore barese Vito Ladisa, condannati in primo grado nel 2023 a 4 mesi e 20mila euro di multa (con pena sospesa e non menzione) in relazione alla violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti nelle primarie nazionali Pd del 2017.
Si tratta dell'inchiesta, partita a Bari, relativa a somme di denaro versate a una società di comunicazione di Torino, la Eggers, che curava la campagna elettorale di Emiliano alle primarie del 2017 del Pd. In primo grado era finito a processo sempre a Torino anche il governatore Michele Emiliano, assolto «per non aver commesso il fatto»: era emerso che il governatore pugliese non si sarebbe interessato alle dinamiche della campagna elettorale e che avrebbe delegato tutto (compresa la regolazione degli aspetti economici) ai suoi collaboratori. L'assoluzione di Stefanazzi (nel frattempo diventato parlamentare Pd) e di Ladisa è stata chiesta dalla stessa procura generale di Torino.
«Abbiamo sempre sostenuto - commentano gli avvocati Michele Laforgia e Simona Grabbi - l’assoluta estraneità di Vito Ladisa e della società a qualsiasi ipotesi di finanziamento a partiti ed esponenti politici, tantomeno illecito. La decisione della Corte di Appello riconosce che il fatto non sussiste, confermando che il comportamento di Ladisa e dell’azienda è stato del tutto lecito e che le operazioni contestate rientravano nella legittima e ordinaria attività imprenditoriale». Stefanazzi (difeso dagli avvocati Luigi Covella di Lecce e Luigi Chiappero di Torino) dopo la condanna in primo grado aveva annunciato che avrebbe rinunciato alla prescrizione.