Sabato 06 Settembre 2025 | 17:51

Bari, ecco i messaggi di allarme dell'amministratore un’ora prima del crollo: «Non entrate in quel palazzo»

 
Giovanni Longo

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Giovanni Longo

Bari, ecco i messaggi di allarme un’ora prima del crollo: «Non entrate in quel palazzo»

La chat del condominio di via De Amicis e la diffida agli inquilini: «La situazione qui è molto grave»

Venerdì 07 Marzo 2025, 20:07

20:26

BARI - Mercoledì 5 marzo, ore 17.59. L’amministratore del condominio di via Pinto civico 6, angolo con via De Amicis, invia un messaggio whatsapp nella chat con tutti i condomini. «Buonasera... quello che sto per scrivere va inteso nella gravità della situazione che ci sta occupando con il restauro de palazzo... gli scavi in corso di esecuzione hanno fatto comparire nuovi quadri fessurativi sulle facciate prospettiche di cui mi hanno dato notizia i tecnici pochi minuti fa». Meno di un’ora dopo rispetto all’allarme, l’edificio si sbriciolerà su se stesso. L’amministratore sembra molto preoccupato da quello che con ogni probabilità gli è stato appena riferito dai tecnici in ordine ai lavori di consolidamento intimati dal Comune il 24 febbraio 2024 e iniziati, praticamente un anno dopo, il 25 febbraio scorso dopo alcune assemblee di condominio, tra le quali quella del 15 aprile 2024. Lavori di manutenzione straordinaria e consolidamento statico del fabbricato nonché di messa in sicurezza, per un appalto da 550mila euro. Non è chiaro a cosa si riferisse l’amministratore quando parlava di «scavi».

Di certo, il tenore del messaggio che la «Gazzetta» ha letto lascia supporre che qualche segnale molto preoccupante fosse stato percepito da tecnici e operai incaricati di effettuare i lavori. Professionisti che hanno avvisato l’amministratore, il quale a sua volta scrive nel gruppo dei condomini. Trascorrono due minuti dal primo alert. Sono le 18.01, sempre l’amministratore di condominio, tanto per essere ancora più chiari rispetto ai rischi concreti che si stavano correndo, precisa quanto segue, riportando fedelmente anche la punteggiatura nel messaggio di testo: «Pertanto da oggi (mercoledì 5 marzo, ndr) fino a venerdì 14 marzo nessuno potrà accedere e/o permanere nell’edificio ...». La situazione preoccupa molto. L’amministratore individua una fase cuscinetto di 9 giorni in cui l’edificio diventa off limits, quasi lasciando intendere che, nonostante i lavori in corso su un immobile di per sé molto precario, qualcuno tra i condomini «accedeva» o «permaneva» nell’edificio, pur non avendo alcun titolo o permesso.

«Ora parliamo di incolumità delle persone per cortesia nel Vs interesse adeguatevi», è l’ultimo invito accorato sulla questione sicurezza. Neanche un’ora dopo e il palazzo si sbriciola. Una tragedia annunciata.

Le immagini delle fondamenta dicono tutto anche a chi, tecnico non è. I tecnici comunali avevano rilevato la presenza di infiltrazioni d’acqua nelle fondamenta che avevano messo a rischio la tenuta statica del palazzo di via Luigi Pinto. Per questo il Comune aveva adottato una ordinanza di sgombero per l’immobile, una palazzina pericolante che sembrava avere un ultimo piano sopraelevato. Le foto scattate nel febbraio 2024, dicevamo, mostrano esattamente quale fosse la precaria situazione delle strutture. A far scattare lo sgombero a febbraio 2024 era stata la sala operativa dei Vigili del Fuoco, allertata dai tecnici del Comune che avevano rilevato un grave stato di dissesto della palazzina. Era così scattato l’ordine di lasciare gli appartamenti e i due locali commerciali a piano strada, con l’amministratore del condominio che si era impegnato a trovare «quanto prima» una ditta in grado di intervenire.

Il sopralluogo aveva fatto emergere il dissesto dei pilastri e le infiltrazioni di umidità al piano interrato «con pregiudizio della situazione igienico-sanitaria» ma anche la presenza di fessurazioni «in corrispondenza delle murature del vano scala condominiale» e di lesioni «in corrispondenza delle tompagnature dei prospetti». «Non possono escludersi - avevano scritto i Vigili del fuoco - ulteriori effetti progressivi del dissesto riscontrato in considerazione altresì di una eventuale rottura fragile del sistema resistente a scheletro indipendente in calcestruzzo armato». Da qui l’ordine di evacuare le 25 unità tra appartamenti e locali, con il permesso di accesso limitato ai soli tecnici autorizzati.

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