POTENZA - La carenza di medici non è l'unica emergenza che riguarda la sanità in Basilicata. Mancano all'appello, complessivamente, 512 infermieri che consentirebbero a quelli in servizio di rifiatare, evitare turni di lavoro massacranti, prevedere un'organizzazione operativa più efficace e rispondente agli standard di qualità teorizzati nei programmi delle varie direzioni sanitarie. Scendendo nel dettaglio dei dati, nell'ospedale San Carlo di Potenza, il più grande della regione, gli infermieri in servizio sono 1.100, mentre gli Oss (operatori socio sanitari) raggiungono quota 300. In pianta organica servirebbero altri 142 infermieri e 59 Oss. Alle dipendenze dell'Azienda sanitaria di Potenza 700 infermieri, con una carenza stimata in 70 unità. Va meglio sul fronte degli Oss, con i 134 in servizio che coprono l'intero fabbisogno della struttura. L'Azienda sanitaria di Matera, infine, conta 760 infermieri e 230 Oss. Il piano dei fabbisogni sottolinea la necessità di fare almeno 60 nuove assunzioni, di cui 32 dalla mobilità e 28 dal concorso. In previsione, inoltre, la stabilizzazione di 30 unità tra infermieri e Oss. Ma proprio la stabilizzazione dei precari è, da sempre, un nervo scoperto: «Siamo di fronte – dice Antonio Guglielmi, segretario regionale della Uil Fpl – ad una carenza di figure sanitarie che i concorsi e le stabilizzazioni dovrebbero attenuare. Purtroppo, però, le procedure sono lente e farraginose e non coincidono con i posti scoperti che ogni giorno aumentano per via dei pensionamenti e dei trasferimenti. È necessario che la Regione Basilicata preveda un fondo straordinario per le assunzioni di personale sanitario». Gli fa da eco Giuseppe Verrastro segretario aggiunto Uil Fpl: «Le domande delle stabilizzazioni sono terminate in tutte le Aziende sanitarie e ci auguriamo che le relative graduatorie escano a breve; sono in corso i concorsi unici regionali per infermieri, Oss e tecnici di radiologia, ma occorre accelerare su tutte le procedure in essere».
Ora è una questione puramente burocratica. Le risorse per attivare un piano generale di assunzioni, infatti, non mancano. In totale è stato stanziato un miliardo di euro fino al 2026: in Basilicata sono destinati 940mila per il 2022, con un incremento di anno in anno fino ad arrivare a circa 12 milioni e 450mila nell'ultimo riparto del 2026. Sempre che il nuovo Governo nazionale non decida di apportare modifiche all'attuale assetto. Sulla carenza di infermieri negli ospedali lucani, la presidente dell'Ordine professionale di Potenza, Serafina Robertucci lancia un appello affinché si favorisca la mobilità in ingresso di coloro che lavorano fuori regione, ma soprattutto si completino le procedure per l'espletamento del concorso unico regionale.
I dati sul fabbisogno di infermieri in Basilicata si traducono in opportunità di lavoro per i giovani lucani. Ma i percorsi formativi universitari attivati in regione per conseguire la laurea in infermieristica presentano diverse criticità: «Sono state sottoscritte – spiega Robertucci - due convenzioni, una con l’Università Cattolica di Roma, che garantisce il percorso di studi a Potenza e Villa D’Agri, e l’altra con l’Università di Foggia con sede distaccata a Lagonegro e Matera. In queste sedi si lamenta la carenza di strumenti multimediali, laboratori e aule adeguate al percorso di studio. I nostri studenti hanno diritto – tuona la presidente dell'Ordine degli infermieri di Potenza - ad avere la stessa qualità del percorso formativo degli studenti che frequentano altri poli universitari italiani». Robertucci, infine, lancia la proposta di realizzare un percorso universitario per infermieri all’interno dell’ateneo lucano – dove, da quest'anno, è partito il corso di laurea in Medicina - e di favorire il rientro in Basilicata di professionisti che oggi lavorano all’estero come dottori di ricerca in prestigiose università.