I NODI DELL'AMMINISTRAZIONE
Regione Puglia, i concorsi lumaca e il paradosso delle lauree
Chi ha partecipato con triennale più specialistica ha ottenuto punteggi maggiori rispetto alla quadriennale. Ma il Tar: è illegittimo
Appena dieci graduatorie pubblicate (su 27 profili) per il concorso di categoria D, altre 13 prove preselettive (su 25) non ancora espletate per la categoria C. Le selezioni organizzate dalla Regione Puglia, che dovevano concludersi in questi giorni, vanno per le lunghe e certamente andranno oltre l’estate, lasciando migliaia di persone in attesa. E innescando, come sempre polemiche. L’ultima riguarda la valutazione dei titoli di studio: chi possiede la laurea triennale più quella specialistica ha ottenuto un punteggio superiore rispetto a chi ha conseguito la corrispondente laurea del vecchio ordinamento.
È un paradosso che dipende però da come sono stati scritti gli avvisi pubblici, per i quali è sufficiente la laurea triennale. E dunque sono previsti 1,5 punti in più per ogni titolo (laurea, diploma di laurea, laurea magistrale) «ulteriore rispetto al titolo di studio utilizzato per l’ammissione al concorso». E dunque (poniamo) chi si è iscritto al concorso con la triennale in Scienze dei servizi giuridici, ha poi dichiarato come titolo ulteriore la specialistica di Giurisprudenza e ha ottenuto 1,5 punti. Chi ha invece la laurea quadriennale vecchio ordinamento (oppure ha dichiarato la magistrale come titolo di accesso) ha ottenuto soltanto il punteggio di base.
La Puglia ha utilizzato i bandi-tipo del Ripam, grandi e ben pagati specialisti di concorsi pubblici, che finora si sono distinti per le domande errate nelle preselettive e per l’errore da prima media nella correzione del test per i giornalisti. E lo stesso problema delle lauree si era già posto in un altro concorso gestito dal Ripam, quello per l’ufficio del processo, finito davanti ai giudici del Tar Lazio. «Nessun dubbio - hanno scritto i giudici amministrativi, che hanno ordinato al Ripam di correggere le graduatorie - può sussistere in merito al fatto che il diploma di laurea vecchio ordinamento/la laurea magistrale (articolato su un percorso di studi quadriennale/quinquennale a ciclo unico) costituisca un titolo di studio superiore rispetto a quello utile alla semplice ammissione al concorso, rappresentato dalla laurea triennale. Ove tale superiore titolo non fosse valutabile quale titolo aggiuntivo, si genererebbe un’illogica e irragionevole disparità di trattamento tra candidati che hanno conseguito titoli di cultura manifestamente diversi tra loro e che si pongono a conclusione di percorsi di studi altrettanto diversi per livello di eterogeneità degli insegnamenti seguiti, degli esami sostenuti e delle esperienze accademiche maturate».
Le commissioni non hanno finora accettato questa lettura. Il risultato è dunque che pure in Puglia i concorrenti beffati dovranno fare ricorso al Tar, facendo ulteriormente slittare i tempi di conclusione delle procedure. «Entro la settimana - risponde l’assessore regionale al Personale, Gianni Stea - faremo il punto della situazione con le commissioni». Basti dire che la prima prova, quella per il profilo risorse strumentali, è stata effettuata il 9 maggio e la graduatoria non è ancora stata pubblicata. «Per quanto riguarda gli ultimi profili di categoria C - aggiunge l’assessore - stiamo aspettando che Formez ci comunichi le date con la disponibilità. Non conosco la questione dei punteggi delle lauree, ma la approfondirò. Abbiamo urgenza di fare al più presto le assunzioni, ho chiesto agli uffici di procedere con quelle di cui le graduatorie sono già pronte».