L’inchiesta

Soldi e immobili, ecco il vero «tesoro» di Mario Lerario

Massimiliano Scagliarini

La Finanza: l’ex capo della Protezione civile e i familiari versavano contanti e compravano case e terreni.

BARI - Ci sono decine di «operazioni di trasferimento di denaro» effettuate tra i conti correnti di Mario Lerario e quelli dei suoi familiari. Operazioni finalizzate all’acquisto di piccoli immobili, ma svolte con modalità a dir poco singolari per un dipendente pubblico come l’ex dirigente della Protezione civile pugliese, arrestato il 23 dicembre 2021 dopo aver ricevuto una mazzetta da 10mila euro e tuttora ai domiciliari. Ed è proprio attraverso l’analisi dei flussi di denaro che la Procura di Bari ha cercato le tracce della corruzione: gli appalti dell’emergenza - questa la tesi dell’accusa - sarebbero stati truccati in cambio di soldi.
Gli accertamenti della Finanza fanno parte degli atti che il procuratore Roberto Rossi e l’aggiunto Alessio Coccioli hanno depositato insieme alla richiesta di giudizio immediato per Lerario e per gli imprenditori Luca Leccese, di Foggia, e Donato Mottola, di Noci, tutti ai domiciliari come Lerario. Leccese è quello che ha consegnato i 10mila euro nella macchina dell’ex dirigente all’antivigilia di Natale, Mottola quello che i 20mila euro li ha messi nel pacco della carne il giorno precedente. Tutto questo - sempre secondo l’accusa - sarebbe avvenuto in cambio di almeno cinque appalti per 2,8 milioni a favore delle società di Leccese e altrettanti appalti per 2,5 milioni a quelle di Mottola. Il processo comincerà il 16 giugno, con l’ipotesi che qualcuno tenti la strada del patteggiamento.

I soldi, dunque. Dal 2020 al 2021 il conto di Mario Lerario ha fatto registrare (a parte lo stipendio della Regione) accrediti per 105mila euro, parte in contanti (28.850 euro) e parte come bonifici effettuati dalla moglie (medico in un ospedale pubblico) e dalla cognata a titolo di «prestiti» in realtà mai restituiti. Nello stesso periodo sul conto della moglie sono stati versati contanti per 12.700 euro e sono stati effettuati bonifici al marito per 18mila euro. Altri 25.800 euro di contanti sono stati versati sul conto del fratello Tommaso, sacerdote che (pur non indagato), è stato sottoposto a perquisizione, e che - nello stesso biennio - ha bonificato al fratello 36mila euro. Pure sul conto degli anziani genitori, pensionati, la Finanza ha trovato tre versamenti di contanti per 6.400 euro effettuati «pochi minuti prima di fare bonifici» a Mario e Tommaso.
In tutto, secondo i militari guidati dal colonnello Roberto Maniscalco, nel biennio precedente all’arresto Lerario e la moglie hanno effettuato versamenti in contanti per 41.500 euro, cui si aggiungono i 25.800 sul conto del fratello Tommaso. Un giro di soldi che ha alimentato tre compravendite immobiliari. Mario Lerario ha comprato tre piccoli appartamenti nel centro storico di Acquaviva (la cui ristrutturazione è stata poi affidata ad una delle imprese beneficiarie degli appalti della Protezione civile) per poco meno di 100mila euro. Ad aprile 2021 la moglie ha acquistato un terreno da 6.500 euro, arrivati da versamenti in contanti, mentre negli stessi giorni il fratello Tommaso ha comprato per 30mila euro il rudere di una palazzina di Acquaviva, utilizzando i soldi «ricevuti pochi giorni prima, da soggetti vari, per un totale di 29.000 euro, aventi tutti come causale “Anticipazione per acquisto immobile”»: spiccano i 7mila euro arrivati dal conto di un 61enne dipendente Aqp che, nei tre mesi precedenti, aveva versato sul conto la stessa somma in contanti.
Gli accertamenti sono ancora in corso per analizzare la provenienza della provvista in contanti e il ruolo dei terzi che hanno effettuato i bonifici (per questo nei mesi scorsi sono state effettuate anche alcune perquisizioni). E’ emerso tra l’altro che nel luglio 2021 Lerario aveva acceso una ipoteca di 220mila euro sull’abitazione, ricavando un finanziamento di 110mila euro. Ma è emerso anche che sia lui che la moglie si preparavano ad avviare una attività da imprenditori agricoli attraverso due società di nuova costituzione (dicembre 2020 e aprile 2021). Resta la necessità di analizzare i movimenti effettuati con denaro liquido che chi indaga definisce «incongrui» in quanto incompatibili con il reddito dichiarato: Lerario in Regione aveva uno stipendio da 110mila euro lordi, la moglie guadagna 52mila euro lordi, il fratello circa 53mila.

Lerario è stato arrestato a Bari in flagranza alle 11,12 del 23 dicembre, 24 minuti dopo aver incassato la tangente da Leccese. Mentre veniva fermato dalla pattuglia della Finanza appostata in via Gentile, l’ormai ex dirigente stava parlando al telefono con la moglie di una operazione bancaria: la donna aveva appena versato 2.500 euro in contanti, effettuando poi un bonifico da 22mila euro a un fornitore per conto della società agricola di cui risulta titolare. Nella perquisizione in casa successiva all’arresto, i militari hanno trovato 18.950 euro in contanti.

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