ECONOMIA E SVILUPPO

Vigliotti: «Clima e coesione, così la Bei rilancerà il Sud»

Maristella Massari

Parla alla «Gazzetta» la vicepresidente della Banca europea per gli investimenti che è tarantina

Gli investimenti della Banca Europea in Italia e il programma Next Generation Eu: opportunità per il Mezzogiorno. Ne parlerà oggi a Bari Gelsomina Vigliotti (in foto col sindaco Decaro), vice presidente della Banca Europea per gli investimenti (BEI). Vigliotti, tarantina di nascita, ricopre il prestigioso incarico dallo scorso ottobre. Arriva a Bari su invito dell’Università degli studi «Aldo Moro» che ha inteso organizzare la conferenza su impulso del professor Carlo Spagnolo, titolare della Cattedra «Jean Monnet» di Storia e politica dell’integrazione europea. L’iniziativa, oggi alle 16 a Palazzo Del Prete, è aperta a tutti e offrirà l’opportunità di discutere del delicato nodo dello sviluppo del Mezzogiorno con una delle più importanti istituzioni responsabili della politica economica europea.

La BEI è l’istituzione finanziaria dell’Unione che contribuisce all’integrazione europea, allo sviluppo e alla coesione finanziando progetti che sostengono le politiche dell’UE. Ma di cosa si occupa in particolare?
«Siamo forse una delle istituzioni meno conosciute dell’Unione Europea, ma di contro lavoriamo per sostenere l’economia e finanziamo progetti che a aiutano le piccole e medie imprese nella ricerca, nell’innovazione tecnologia e aiutiamo a progredire programmi legati alla scienza, alla medicina, all’industria. Siamo molto fieri, ad esempio, di aver sostenuto in piena pandemia, con un prestito di 100 milioni di euro lo sviluppo del vaccino BioNTech-Pfizer».
La BEI è nota anche come Banca per il Clima, o almeno così la definì per primo il presidente francese Macron...
«Come Banca per il Clima dell’Unione Europea operiamo a sostegno delle politiche green del settore energetico. Al centro delle iniziative della Banca Europea per gli Investimenti c’è la sostenibilità. Basti pensare che, nell’ultimo decennio, BEI ha finanziato progetti green per quasi 200 miliardi di euro. Entro il 2030 attiveremo investimenti per 1.000 miliardi di euro in favore del clima e dell’ambiente. Siamo molto attenti, in particolare, a quelli che riteniamo essere i due motori dello sviluppo: clima e digitalizzazione».
A proposito di ambiente, ci sono progetti per la riconversione ambientale di Taranto?
«Fino ad ora non siamo ancora stati approcciati riguardo al progetto di decarbonizzazione dell’Ilva. Come banca del clima dell’UE, in caso ci venga richiesto e ci siano le condizioni per permettere un intervento della BEI, siamo disponibili a valutare progetti che mirano a migliorare l’impatto ambientale e a promuovere la decarbonizzazione dell’economia italiana. Guardiamo con estremo interesse alla possibilità di trasformazione degli impianti con idrogeno verde. Anche se allo stadio iniziale questa è una tecnologia il cui sviluppo ha grandi potenzialità. Siamo molto interessati ad una possibile trasformazione e alle conseguenti ricadute che, nel caso di Taranto non sono solo industriali, ma anche sociali ed ambientali».
Restiamo al Sud. Il nodo più rilevante resta quello delle infrastrutture. Come agite per aiutare le comunità?
«Oltre al clima, un altro asset fondamentale della BEI è quello della coesione. Se sul clima investiremo il 50 per cento delle nostre forze entro il 2025, BEI intende anche incrementare la quota di finanziamenti nell’UE destinati alle regioni di coesione dal 30 al 45 per cento sempre entro il 2025. A tal proposito sosteniamo le grandi opere infrastrutturali, non solo con la nostra capacità finanziaria, ma anche con la capacità tecnica. Lavoriamo per ridurre le disuguaglianze e per incrementare le opportunità di crescita e le possibilità per le persone».
Possiamo fare qualche esempio?
«Nel campo delle infrastrutture, al Sud e in particolare in Puglia, abbiamo in corso un investimento da 2 miliardi di euro destinati ai lavori della linea ferroviaria ad Alta velocità sulla tratta tra Napoli e Bari. È una delle operazioni più importanti mai approvate dalla BEI per un singolo progetto. I treni, sia merci che passeggeri, viaggeranno a una velocità massima di 200 km orari, portando il tempo di percorrenza della tratta Napoli-Bari da 3 ore e 50 minuti a 2 ore, senza fermate intermedie. Sulla Roma-Bari si scenderà dalle circa 4 ore attuali a 3 ore. Il finanziamento della linea Napoli-Bari è uno dei maggiori mai concessi dalla Banca su un singolo progetto».
E sull’energia alternativa come state operando? Ci sono programmi avviati in Puglia? Pensiamo alla Tap, all’eolico...
«Abbiamo finanziato con 700 milioni il progetto Tap, il gasdotto che porta dall’Azerbajian 10 miliardi di metri cubi di gas l’anno attraversando Grecia, Albania e Mar Adriatico per poi approdare nel Salento. Ma abbiamo avviato anche un finanziamento a favore del gruppo “PLT Energia” a supporto della realizzazione di quattro progetti eolici, in fase di costruzione in Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, per una capacità pari a 95 mega watt. Nell’operazione la BEI ha fornito sia funding diretto a PLT sia provvista a Cassa Depositi e prestiti e UniCredit, per un totale di 76 milioni di euro. Questa transazione si allinea agli obiettivi volti alla lotta al cambiamento climatico ed al sostegno delle aree di convergenza, ed è un esempio positivo di collaborazione con altre importanti istituzioni finanziarie per contribuire alla crescita sostenibile italiana ed europea».
E sul fronte ricerca e innovazione?
«Abbiamo finanziato una serie di progetti tramite il “Fondo di fondi di Ricerca e Innovazione” gestito dalla BEI, con dotazione di risorse da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca pari a 270 milioni di euro. Per esempio abbiamo supportato con 2 milioni di euro il progetto di “Blackshape”, una start-up innovativa di Monopoli che realizza prodotti e servizi nel settore aeronautico e aerospaziale. Oggi l’azienda è leader di mercato nella produzione di aeromobili leggeri sportivi in fibra di carbonio. Oppure abbiamo sostenuto con 3 milioni di euro la barese “Roboze” per consentirgli di sviluppare e completare la linea di stampati 3D da proporre sui mercati internazionali. A Lecce abbiamo investito 25 milioni su “Gelesis”, che è una società di biotecnologie formata da scienziati dell'Università del Salento con sede a Lecce, in collaborazione con esperti di tecnologia statunitensi. L'azienda ha sviluppato e introdotto con successo sul mercato il trattamento noto come Plenity, una compressa che funge da aiuto per la gestione del peso negli adulti in sovrappeso. Nel gennaio 2022 la società ha debuttato con successo alla Borsa di New York, l’azienda continua ad avere la sua base di ricerca scientifica a Lecce, impiegando fino a 74 persone specializzate».
I giovani? Come Bei interviene per loro nelle aree del Sud?
«Abbiamo in piedi un “Fondo Studiosi” gestito direttamente da BEI con dotazione di risorse da parte del Ministero dell’Università e della Ricerca pari a 100 milioni di Euro, rinvenienti dal Fondo Sociale Europeo. Il Fondo è finalizzato all’erogazione di prestiti a tasso zero, per sostenere la partecipazione di studenti che risiedono nelle regioni del Mezzogiorno a percorsi di istruzione terziaria in Italia o all’estero. In questo modo, il Fondo intende favorire l’aumento del numero di giovani che possono usufruire di percorsi formativi universitari, concorrendo al miglioramento di alcuni indicatori ancora insoddisfacenti rispetto alla media dei Paesi OCSE».

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