SOS SALUTE
L'assessore regionale alla Sanità: «Liste d’attesa dimezzate in Puglia nel 2022»
Palese: «Garantiremo almeno il 60% delle prestazioni sanitarie sospese per il Covid»
BARI - Un investimento complessivo di 10 milioni di euro per abbattere le liste d'attesa delle prestazioni sanitarie non urgenti. Sono le risorse assegnate alla Regione Puglia dal Ministero della Sanità per recuperare i ritardi accumulati nel 2021 a causa della pandemia, che ha portato (per il secondo anno consecutivo) ad una notevole riduzione delle prestazioni erogate.
L’altro ieri la Regione, nel rispetto dei termini indicati dalla normativa e dopo la proroga concessa lo scorso 31 gennaio, ha trasmesso al Ministero i dati relativi alla prestazioni sanitarie non rese nel corso del periodo pandemico: secondo il Piano regionale, entro il 2022 potranno essere recuperati 24mila ricoveri chirurgici e 374.156 prestazioni di specialistica ambulatoriale. Solo il 4% sono prestazioni oncologiche salva-vita. «È nostra ferma intenzione mettere in campo tutti gli strumenti necessari per il recupero delle liste d’attesa, con particolare riferimento alle prestazioni più complesse e riferite a patologie rilevanti» ha commentato l’assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese. «Auspichiamo che almeno il 60% delle prestazioni già prenotate siano erogate entro la fine dell’anno».
Ma, ci si interroga, un simile Piano potrà abbattere definitivamente le liste d'attesa, atavica criticità del comparto sanità pugliese? In realtà le problematiche sono più vecchie e sistemiche e le liste d’attesa lunghe sono evidenza di epoche antecedenti al Covid-19, che ha messo sotto stress le strutture sanitarie pubbliche. È evidente che nella nostra regione il tempo di accesso alle prestazioni diagnostiche e terapeutiche supera ormai sempre più spesso i tempi massimi di attesa, che per le prestazioni differibili devono essere 30 giorni per le visite e 60 giorni per gli accertamenti diagnostici, con grave disagio dei pugliesi che vedono a rischio la propria salute e che si vedono costretti, spesso, a rivolgersi al privato o, purtroppo, a rinunciare alle cure. «Il Piano per il recupero delle prestazioni in lista d’attesa causata dal blocco imposto dal Covid - spiega il consigliere regionale del Partito democratico, Fabiano Amati, che è anche presidente della prima commissione consiliare - rischia di diventare un pannicello caldo se non si interviene su quelli che sono i punti nodali: le liste d’attesa sono generate dal mancato rispetto della normativa tra allineamento dei tempi dell’attività libero professionale a pagamento e quella istituzionale, cioè a carico del servizio sanitario regionale. L’attività a pagamento va sospesa qualora i tempi non siano allineati».
«Nel periodo pre-Covid i dati dell’attesa erano più o meno uguali a quelli di oggi - aggiunge Amati - e il problema della carenza di personale, esistente, non è un buon motivo per giustificare la lunghezza delle liste d’attesa, perché i disallineamenti si verificano a parità di personale impiegato, prestazioni richieste e ore lavorate».
Anche dai banchi dell’opposizione polemizza il capogruppo di Fratelli d'Italia, Ignazio Zullo: «Nessuno si illuda che con un simile Piano si potranno ridurre le liste di attesa. Servono le dotazioni strumentali ma, soprattutto, soldati e quindi le assunzioni di personale, l’aumento dei tetti di spesa per gli accreditati e l’applicazione severa di norme già vigenti in materia di attività libero professionale intramoenia. Se non si aprono i budget per le strutture sanitarie accreditate è difficile che si riesca a snellire le liste d’attesa. Non si possono tenere fermi i tetti di spesa delle strutture e dei professionisti accreditati vietando il surplus di prestazioni che in regressione tariffaria erano pagate al 30% ed oggi appesantiscono la mobilità sanitaria extra regionale costando alla Puglia il 100% della tariffa».
«Inoltre - aggiunge il capogruppo regionale di Fdl - il sistema di prenotazione deve necessariamente distinguere le cronicità dalle acuzie. Nei pazienti cronici le prestazioni devono essere programmate».