Bari - In materia di criminalità organizzata l’avvocato Giancarlo Chiariello era tra i professionisti più apprezzati del Foro di Bari. Ciò non toglie che anche i più bravi hanno necessità di confrontarsi con qualcuno altrettanto esperto. Il problema è che il penalista barese aveva individuato quel qualcuno nel giudice che spesso decideva sulla sorte dei suoi assistiti. Il «consulente» di Chiariello si chiamava Giuseppe De Benedictis, ex gip del Tribunale di Bari, pagato 100-200 euro ad atto. Questo, almeno, è ciò che il 23 giugno scorso lo stesso magistrato molfettese, in carcere con l’accusa di corruzione in atti giudiziari in concorso con l’avv. Chiariello, ha raccontato ai pm di Lecce Alessandro Prontera e Roberta Licci.
«Con riferimento alle genesi del mio rapporto corruttivo con Chiariello - mette a verbale De Benedictis - devo effettivamente chiarire, oltre agli episodi di corruzione che mi vengono contestati, che dopo la morte di mia moglie nel 2016, quando ero ancora a Matera, Chiariello si riavvicinò a me».
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