Il caso
Ex Ilva, ricorso rigettato per Ragno e Paradiso: restano detenuti
Gli amici di Capristo
BARI - Il poliziotto barese Filippo Paradiso resta in carcere. L’avvocato del Foro di Trani Giacomo Ragno resta ai domiciliari. Il Tribunale del Riesame di Potenza ha rigettato i ricorsi dei difensori degli indagati arrestati il 9 giugno scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Potenza su presunte irregolarità nelle indagini sull’ex ILVA. Le misure cautelari erano state disposte nell’ambito di un filone di un’in - chiesta che riguarda le presunte pressioni che l’ex procuratore di Trani e Taranto Carlo Capristo avrebbe esercitato su un magistrato di Trani poco dopo il suo trasferimento a Taranto, nel 2016. Paradiso e Ragno sono considerati molti vicini a Capristo che ha presentato ricorso direttamente in Cassazione contro l’obbligo di dimora disposto nei suoi confronti. Secondo la Procura di Potenza, Capristo si sarebbe «venduto» all’avvocato siciliano Pietro Amara, l’uomo al centro delle presunte trame massoniche della loggia Ungheria, tra l’altro ex legale dell’Eni, tornato in libertà nei giorni scorsi (con obbligo di rimanere a Roma, dopo un lungo interrogatorio) ottenendo un supporto nella nomina alla guida della Procura di Taranto e anche favori dall’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva. Tra gli indagati c’è anche il commercialista Nicola Nicoletti, delegato dei commissari straordinari Ilva. I cinque sono accusati a vario titolo di abuso d’ufficio, favoreggiamento e corruzione in atti giudiziari. Capristo, sempre stando all’inchiesta bis di Potenza avrebbe favorito Amara e Nicoletti, una volta diventato procuratore di Taranto, mostrandosi «più aperto, dialogante e favorevole alle esigenze dell’Ilva» su cui era in corso l’indagine arrivata a sentenza nelle scorse settimane sul disastro ambientale.