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Puglia, la protesta di parrucchieri ed estetisti
domani saloni e istituti aperti

 
Redazione online

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Puglia, la protesta di parrucchieri ed estetisti domani saloni e istituti aperti

Mobilitazione di Confartigianato: «Il nostro lavoro non è un gioco»

Mercoledì 14 Aprile 2021, 12:57

Bari - L'hanno ribattezzata «manifestazione bianca». Una protesta, un grido. Domani parrucchieri ed estetisti di Puglia  alzeranno le saracinesche dei propri negozi dalle 9 alle 13. Sono in particolare le imprese del benessere aderenti a Confartigianato ad aver deciso di riaprire temporaneamente istituti e saloni non per lavorare, in conformità alle regole della zona rossa (dunque, niente clienti) ma per protestare e gridare il proprio disagio con lo slogan «il nostro lavoro non è un gioco». Il riferimento è alle restrizioni, particolarmente prolungate nella nostra regione, che hanno messo in ginocchio circa 10mila imprese, in larghissima prevalenza artigiane.

Secondo il Centro Studi di Confartigianato Puglia, sono esattamente 9.664 le aziende attive del comparto tra «servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici» (con codice Ateco 96.02.00), «saloni di barbiere e parrucchiere» (Ateco 96.02.01), attività legate ai «servizi degli istituti di bellezza» (Ateco 96.02.02), imprese si occupano di «servizi di manicure e pedicure» (Ateco 96.02.03). In base alle province, 2.931 operano in provincia di Bari; 1.079 in quella di Barletta-Andria-Trani; 1.003 in quella di Brindisi; 1.249 in quella di Foggia; 2.155 in quella di Lecce; 1.247 in quella di Taranto.

La perdurante chiusura delle attività del benessere ha determinato, nel solo 2020, una perdita di ricavi per oltre due miliardi di euro (per la precisione, 2.104 milioni di euro).

«Abbiamo deciso di manifestare per incanalare ed esprimere un disagio ormai fortissimo all’interno del comparto», commenta Silvia Palattella, presidentessa degli acconciatori di Confartigianato Puglia. «I dati parlano chiaro:  saloni di acconciatura, barberie e centri estetici non hanno alcun impatto rispetto alla crescita del contagio. Sebbene nei fatti siano le più sicure, nostre attività sono ritenute “pericolose” a prescindere e per questo siamo costretti ad abbassare la saracinesca».

Raffaella Semeraro, presidentessa degli Estetisti di Confartigianato Puglia: «I nostri saloni e i nostri centri estetici sono le attività più sicure in assoluto poiché, già in tempi normali, sono tenute ad adottare protocolli igienici di livello sanitario. Con l’avvento del Covid abbiamo ulteriormente integrato le procedure interne per garantire la massima protezione nostra, dei nostri collaboratori e dei clienti. Per ogni professionista che chiude c’è un abusivo che si mette in moto operando a domicilio: questo sì è un rischio per la salute e amplifica la diffusione del virus, visto che per loro non valgono controlli né norme di sicurezza né, ovviamente, tasse e tributi. Insomma, oltre al danno, la beffa. Ecco perché chiediamo di poter tornare subito a lavorare: è una questione di sopravvivenza, di giustizia e anche di semplice buon senso».

 

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