L'intervista

Marti: «Ora stop ai sussidi la rivoluzione passa da lavoro e crescita in Puglia»

Leonardo Petrocelli

Parla il senatore: turismo è il volano pugliese

Infrastrutture, sanità, turismo. La Lega lancia il «Progetto per il Sud», un piano, non necessariamente ancorato ai fondi del Recovery, per il rilancio del Mezzogiorno. Il messaggio, come chiarisce Roberto Marti, coordinatore pugliese del Carroccio, è semplice: «Basta sussidi. È tempo di passare dai soldi a pioggia al lavoro a pioggia.»

Senatore Marti che visione del Mezzogiorno proponete?
«Un Mezzogiorno che guardi allo sviluppo e non all’assistenzialismo. Le risorse economiche che saranno investite devono innescare un moltiplicatore di benessere, di lavoro e di crescita. Molte di queste risorse come sappiamo saranno a debito, per questo abbiamo il dovere di marcare la differenza tra debito buono e debito cattivo: il primo è quello che serve ad aprire i grandi cantieri e a far crescere l’occupazione, il secondo è quello che viene usato con i sussidi come metadone per lenire le sofferenze e che in oltre sessant’anni di politiche per il Mezzogiorno non ha portato nulla se non sprechi di tempo e denaro. Questa è la rivoluzione che chiediamo: passare dai sussidi a pioggia al lavoro a pioggia».

In particolare, quali le priorità che «toccano» la Puglia?
«Alta velocità ferroviaria, grandi arterie stradali, investimento su inter modalità dei porti di Taranto, Brindisi e Bari, riconversione Green del manifatturiero e modernizzazione agricola. Infine turismo, turismo, turismo dal Gargano al Salento con risorse adeguate ad incentivare un settore che può diventare una delle principali attività produttive del nostro territorio».

Durante la conferenza di illustrazione del progetto si è discusso di Zes: cosa serve per rilanciare quelli che ora appaiono «contenitori vuoti»?
«Innanzitutto bisogna puntare su semplificazione, omogeneità, risorse, forfettizzazione fiscale e nuova governance. Solo così potranno partire e dare grandi opportunità».

Salvini, in riferimento alla crescita della Lega, ha parlato di «un boom di adesioni a inizio anno, specie al Sud». Vale anche per la Puglia?
«Vale sopratutto per la Puglia che era ed è la ragione del Sud dove la Lega ha il maggiore consenso e una importante classe dirigente. Nei prossimi giorni presenteremo altre significative adesioni di amministratori locali che provengo da esperienze civiche e che hanno scelto di far parte della grande squadra delle Lega per portare nei rispettivi territori la forza e le idee del primo partito italiano. La Lega al Sud cresce grazie a quel civismo che necessita di un raccordo nazionale per fare gli interessi delle proprie comunità locali».

Essere entrati nel governo Draghi sta pagando, quindi? O temete, nel lungo periodo, la concorrenza da destra di Fratelli d’Italia?
«Non temiamo la concorrenza di nessuno tanto meno di un alleato. La lega è saldamente il primo partito italiano e Salvini è il leader del centrodestra, che ha mostrato grande senso di responsabilità nel consentire la nascita di un governo di emergenza nazionale che deve contrastare il Covid e rilanciare l’economia e il lavoro. Con i no dell’opposizione non si aiutano i commercianti, i ristoratori, gli imprenditori e i cittadini. Salvini ha scelto di portare la voce e le istanze della nostra gente nel governo Draghi e più andiamo avanti e più tutti stanno comprendendo la grande portata di questa scelta di amore per l’Italia».

Il Progetto si apre con la formula «Sud + in Salute». Chiudiamo su questo: preoccupato per la situazione pandemica in Puglia? Dove secondo lei il governo regionale dovrebbe intervenire più incisivamente?
«Bisogna vaccinare di più e assistere meglio le persone a casa, il virus non si sconfigge con le chiusure dei commerciati, anche perché non ricordo mai un focolaio in un negozio di abbigliamento. Il Covid si sconfigge con la medicina e l’assistenza sanitaria e spero che Lopalco passi più tempo negli ospedali e meno in TV, perché non è con i talk show che si salva la gente».

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