La polemica
Consulenze ai «trombati» alle elezioni: bufera su Emiliano. «Su Riccardi ci ripensi o sarà rottura»
Fa discutere la nomina (pagata) nello staff del governatore dell'ex sindaco di Mafredonia, comune sciolto per mafia
BARI - La nomina dei tre nuovi consulenti di Emiliano spacca il centrosinistra, seccato per la scelta dell’ex assessore allo Sviluppo, Mino Borraccino, e del consigliere comunale foggiano Rosario Cusmai, entrambi candidati non eletti alle ultime Regionali. E si infiamma in particolare il Pd della Capitanata: Paolo Campo, l’ex capogruppo in Regione che oggi presiede la commissione Ambiente, critica la scelta di Angelo Riccardi, ex sindaco di Manfredonia, carica da cui è decaduto a seguito dello scioglimento del Comune per mafia. La nomina di Riccardi a consulente in materia ambientale, dice Campo, «non convince nel merito» e sarebbe «un errore gravissimo».
Non sfugge il profilo personale della contesa. Perché Riccardi era una volta parte di un sodalizio politico con Campo e con l’onorevole Michele Bordo cui fa capo il Pd di Manfredonia. Che non a caso, dopo l’articolo della «Gazzetta» di ieri, ha sparato a zero: «Abbiamo apprezzato e condiviso la coerenza della scelta politica che ha portato a non candidare Riccardi in nessuna delle liste a sostegno di Emiliano», scrivono i Dem sipontini riferendosi al fatto che dopo lo scioglimento per mafia l’ex sindaco Riccardi è stato dichiarato incandidabile, schierandosi dietro le quinte per «Con», la lista di Emiliano.
Ma la scelta di Riccardi come consigliere in materie ambientali, insiste Campo, «non è assolutamente opportuna e largamente incomprensibile: il presidente Emiliano, che è stato un valente magistrato, dovrebbe mostrare una diversa prudenza rispetto al profilo delle personalità da coinvolgere nel suo staff, al di là delle dispute giudiziarie». L’appello a Emiliano suona dunque come un ultimatum: «Decisioni di questo tipo minano alla radice il rapporto con gli elettori e creano, per quanto mi riguarda, un problema politico che, senza un ripensamento da parte di Emiliano, rischia di diventare irrecuperabile».
La disputa viene intercettata dal centrodestra che con Ignazio Zullo definisce Emiliano «Poltrone e sofà»: «Campo - secondo il capogruppo di Fd’I - si indigna solo perché questa volta viene toccato il suo campanile. Faccia invece con noi battaglie sul “merito” di tante altre nomine che Emiliano sta facendo non solo per regolare conti elettorali, ma anche per costruire il consenso per il partito suo e di Giuseppe Conte». Ugualmente duro Gianni De Leonardis: «È molto strano - dice l’esponente foggiano di Fd’I - che il Movimento 5 Stelle non batta ciglio alla nomina di un ex sindaco di un Comune commissariato per mafia. Proprio gli stessi Cinque Stelle che nella scorsa legislatura vollero una commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose guidata da Rosa Barone che oggi siede in giunta con Emiliano».
La scelta non piace nemmeno a Fabiano Amati (Pd). «È assolutamente legittimo che Emiliano formi un suo staff con le persone che più gli sono state vicine - analizza il presidente della commissione Bilancio -. Ciò che non può andare bene è che si occulti il reale stato delle cose, con uno staff politico spacciato per un gruppo di esperti cui vengono affidate deleghe specifiche potenzialmente in conflitto con il lavoro di assessori e direttori di dipartimento». Il problema, dice Amati, non è di nomi: «Comprendo la rabbia dei colleghi foggiani Piemontese e Campo oltre che dell’onorevole Bordo, ma credo che la contestazione vada posta sul piano generale: l’apparato amministrativo della Regione non può essere messo a servizio delle esigenze elettorali. Vorrei che il Pd, il mio partito, ponesse queste questioni organizzative come punti rilevanti sul piano politico».
I tre consulenti firmeranno già domani un contratto da 30mila euro lordi l’anno. Borraccino avrà la delega al Piano strategico di Taranto, Cusmai agli Enti locali.
[m.s.]