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Lorenza Colicigno
17 Gennaio 2021
La produzione libraria a livello nazionale raggiunge i 4.698,3 milioni di euro, anche con il contributo della Basilicata. Dalla recente indagine Istat sull’editoria in Italia si evince che dal 2000 al 2019 la propensione alla lettura è diminuita. Al Sud nel 2019 sono state 3.688 le persone dai 6 anni in su che hanno letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti l’intervista, con un calo di 100 unità rispetto al 2000 e con prevalenza di lettrici. In Basilicata, sempre nel 2019, il 30,2% ha letto almeno un libro, il 54,6% ha letto da 1 a 3 libri, 8,1% ha letto 12 e più libri; il 27,7% legge libri cartacei, il 6% ebook, l’1,2 audiolibri. In genere si dice che in Italia si legge poco e si scrive molto. Veniamo alle case editrici, termometro di questa propensione. Nel Nord-ovest le case editrici attive sono così distribuite: micro 237, piccole 209, medie 63, grandi 25, improduttive 22, per un totale di 556; Nord-est: micro 174, piccole 124, medie 18, grandi 5, improduttive 14 sono, per un totale di 335; Centro: micro 265, piccole 193, medie 27, grandi 4, 18 sono improduttive, per un totale di 507; Sud: micro 156, piccole 90, medie 5, 11 improduttive, totale 262; Isole: micro 73, piccoli 34, medie 3, grandi 1, totale 111, 9 non improduttive, 120 in totale. Questa la situazione in Basilicata: a Matera sono 2 le micro case editrici, 2 le piccole, mancano medie e grandi; a Potenza sono 5 le micro case editrici, 2 le piccole, 1 inattiva, mancano medie e grandi.
Per dare voce a questi dati abbiamo sentito alcuni editori lucani. Vito Epifania, project manager e fondatore di Altrimedia, nata nel 1996, legata a Diotima, agenzia di comunicazione, afferma che Altrimedia non è legata al territorio. «Abbiamo in catalogo 250 titoli - ha detto Epifania - e l’ambizione di consolidare la posizione nel panorama italiano, la nostra crescita è costante, le presentazioni online hanno consentito di intrecciare nuovi rapporti; ostacoli sono il sistema di distribuzione e il mancato supporto delle Istituzioni regionali, mai attivati, infatti, incentivi d’impresa se non legati alle facilitazioni in occasioni di Fiere e acquisto di copie di libri. Auspicabile un raccordo strutturale tra regione Basilicata e filiera dell’editoria, soprattutto in relazione a un progetto di recupero del patrimonio immateriale che giace in archivi e biblioteche senza trovare sbocchi di divulgazione».
Alla domanda se Matera Capitale Europea della cultura abbia inciso sull’editoria, Epifania ha risposto che ha inciso nel senso di un diretto coinvolgimento nelle attività culturali connesse. Franco Villani, ideatore della Villani editore, nata nel 2014 tra Calvello e Potenza, punta al mercato nazionale e non solo. «Ho scelto come ambito privilegiato - ha detto Villani - la divulgazione del patrimonio ambientale e culturale lucano, con almeno 40 opere illustrative delle risorse di borghi lucani». Antonio Candela, fondatore a Potenza di Universosud nel 2014, afferma che il suo progetto editoriale ha puntato e punta a offrire opportunità ai giovani e meno giovani lucani: «A mio parere, i giovani lucani, in particolare, - ha dichiarato Candela - hanno talento per la scrittura, noi diamo loro un’opportunità in un territorio che ne offre poche. Per questa limitatezza anche per una casa editrice è difficile uscire dalla dimensione micro o piccola. Certo siamo tra le ultime regioni per lettura e non abbiamo il sostegno di una legge sull’editoria, ciò non favorisce investimenti seri nel settore, nel quale agiscono tipografie camuffate da case editrici. In questo quadro, la pandemia ha colpito il settore, ma, dal nostro punto di vista, nel prossimo futuro si riscoprirà la bellezza di accompagnarsi con un buon libro».
Sulla salute dell’editoria lucana abbiamo sentito anche Rosa Maglione, fondatrice con Antonio Vaccaro nel 1982 della Osanna Edizioni di Venosa:«Abbiamo visto crescere in questi anni – ha detto Maglione - con una progressione inaspettata, il peso e il raggio della nostra azione editoriale. Abbiamo 500 volumi in catalogo e ci muoviamo su una prospettiva internazionale, avendo affinato la nostra competenza nella produzione di ebook e la capacità di distribuzione tramite le piattaforme online. La pandemia non ci ha ferito molto, del resto le librerie non sono state chiuse e un aiuto è venuto anche dal Decreto Franceschini che ha distribuito ai Comuni fondi per l’acquisto di libri per le biblioteche, ciò ha favorito la filiera del libro, a cominciare dagli editori». La Calice editori di Rionero, la Editricermes di Potenza, la Lavieri di Villa d’Agri e altre esperienze in via di consolidamento ci parlano di un panorama in movimento, più chiaro che scuro forse, ma pur sempre micro e piccolo, non sarebbe allora utile parlare di una rete editoriale?
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