L'intervista
Recovery e risorse, D'Attis (Fi): «Al Sud spetta più del 34%»
Secondo il commissario pugliese degli azzurri, «I sondaggi ci premiano, raccogliamo il risultato del lavoro sul territorio. Ogni nostra iniziativa è nell’interesse del Paese»
Mauro D’Attis (Forza Italia), commissario pugliese degli azzurri e membro della Commissione Bilancio della Camera, gli ultimi sondaggi indicano una crescita di Forza Italia verso la doppia cifra. Cosa vi sta premiando?
«Il senso di responsabilità e la capacità di continuare a lavorare sul territorio e per il territorio come testimonia il caso pugliese. Alle ultime Regionali abbiamo conquistato un risultato (l’8,9% ndr) superiore alla media nazionale del partito. In più in Parlamento non abbiamo mai rinunciato alle nostre rivendicazioni e alle nostre battaglie storiche, ad esempio per gli autonomi e la partite Iva, pur garantendo l’unità della coalizione».
Eppure ve ne hanno dette di tutti i colori: quando vi siete esposti per votare lo Scostamento di Bilancio vi hanno definiti «collaborazionisti del Governo». Quando vi siete espressi per il no alla riforma del Mes qualcuno ha parlato di sottomissione alla Lega. Qual è la verità?
«La verità è che noi stiamo mantenendo una posizione politica in funzione di ciò che serve al Paese. Il fatto che ci abbiano accusati, a stretto giro, di essere filo governativi o salviniani, due etichette opposte, vuol dire che ci sottraiamo a ogni partigianeria. Lavoriamo per l’interesse del Paese in modo libero e indipendente.»
Nell’ultima diretta il premier Conte ha lodato le opposizioni. C’è un clima meno teso?
«Guardi, al Governo sono messi talmente male da essere costretti a discutere con una opposizione unita e responsabile. A fronte del disastro in corso e di quello interno al loro fronte politico, sono addivenuti a più miti consigli».
Avete votato lo scostamento ma non voterete la Legge di Bilancio. Perché?
«La gestione complessiva della Manovra, unita a quella dei Ristori, non ci convince. Su molte materie questa Legge di Bilancio è deficitaria».
A esempio?
«Pensavamo ci fosse la chiara volontà di abbassare ulteriormente le tasse a favore di autonomi, partite Iva e professionisti. E invece questa spinta non c’è».
Qualcuno direbbe che siete ossessionati dalle tasse.
«Ma che senso ha dare i ristori con una mano se poi con l’altra quei soldi vengono sottratti attraverso le tasse? Per questo, in Commissione Bilancio, abbiamo approvato all’unanimità l’emendamento alla Manovra che finanzia con un miliardo per il 2021 lo stop al pagamento dei contributi previdenziali per le partite Iva. Un anno bianco per autonomi e professionisti».
Sulla gestione dei ristori, invece, qual è la sua opinione?
«Dopo aver inseguito per mesi tabelle e codici Ateco ci sono interi settori rimasti fuori: penso alla filiera delle bevande o al wedding. E poi c’è il problema più grave: aver prodotto un decreto dietro l’altro, sempre sull’onda dell’emergenza, non solo ha determinato una clamorosa perdita di tempo ma ha legato tutto alle decisioni del momento. Facendo completamente smarrire il senso dell’intervento strategico. Un danno, innanzitutto, per le imprese».
Capitolo Recovery Fund. Al Sud dovrebbero andare più soldi del 34% ipotizzato dal ministro Beppe Provenzano?
«Il Recovery porta più fondi all’Italia, rispetto ad altri Paesi, perché il nostro ha un problema di coesione territoriale legato allo svantaggio delle Regioni del Sud. Il ragionamento è semplice: se tu prendi più soldi perché io sono in difficoltà, non puoi darmene di meno. Conte deve smetterla con ragionamenti contorti che rischiano di far ottenere al Mezzogiorno una dotazione finanziaria inferiore: servono risorse oltre la quota del 34%».
Il piano prevede solo 9 miliardi per la Sanità e una parte della maggioranza è anche refrattaria a utilizzare le risorse del Mes sanitario. Come se ne esce?
«Non prendere il Mes è assurdo, così come lo è, soprattutto in una situazione come quella attuale, riservare appena 9 miliardi a tutto il comparto. In Italia mancano infermieri, medici, personale sanitario. Ignorare questo punto vuol dire che non si sta finanziando un’altra delle ragioni per cui il Recovery stesso è nato».
Infine, il Governo traballa quotidianamente. State lavorando al dopo?
«A star dietro ai litigi si perde solo tempo. Quando si porrà il problema, Forza Italia e tutto il centrodestra unito prenderanno la decisione migliore»