Le nomine
Regione Puglia in mano a Piemontese, Emiliano più libero per la politica. Ricorso al Tar su parità di genere
I dipartimenti passeranno da sei a dieci, con l’eliminazione di quelli «speciali» creati nel corso della scorsa legislatura (come l’«Health Marketplace»). Si tratta, in sostanza, di far coincidere i dipartimenti con le deleghe assessorili
Più autonomia ai singoli assessori rispetto alla macchina amministrativa. Ma anche uno scarico di responsabilità da parte del presidente Michele Emiliano, che nei fatti affida al vicepresidente Raffaele Piemontese le chiavi operative della Regione. Il nuovo modello organizzativo «Maia 2.0» presentato alla giunta lunedì scorso ha anche valore politico: perché lascerà Emiliano libero dai compiti di governo più gravosi. Consentendogli di lavorare su altro.
I dipartimenti passeranno da sei a dieci, con l’eliminazione di quelli «speciali» creati nel corso della scorsa legislatura (come l’«Health Marketplace»). Si tratta, in sostanza, di far coincidere i dipartimenti con le deleghe assessorili, in modo che ciascuno abbia un direttore di riferimento. L’unico nodo da sciogliere riguarda proprio Piemontese, che insieme alle deleghe a Bilancio, Fondi europei e programmazione ha ottenuto anche i Lavori pubblici: è da capire se resteranno con i Trasporti oppure se verranno associati con il Bilancio finendo dunque sotto la responsabilità dell’attuale capo dipartimento, Lino Albanese, che va verso la riconferma. Albanese perderà però il coordinamento di Personale e organizzazione, che rientra nelle competenze dell’assessore Gianni Stea e che potrebbe essere affidato all’attuale dirigente della sezione, Nicola Palladino.
Una delle novità, con lo spacchettamento dello Sviluppo economico potrebbe essere l’arrivo alla guida del nuovo Dipartimento Lavoro dell’ex rettore dell’Università di Foggia, Maurizio Ricci, che guiderebbe l’attività dell’assessorato affidato a Sebastiano Leo: in ballo ci sono anche le dirigenti di sezione Anna Fiore e Anna Lobosco. Alle Attività economiche, con l’assessore Alessandro Delli Noci, pare destinata Elisa Berlingerio, la dirigente che si è candidata alle Regionali nelle liste di Con.
Sul punto Emiliano ha lanciato un messaggio giovedì, durante il discorso di insediamento.
«Rafforzeremo l’organizzazione dei singoli assessorati in modo tale che ciascun assessore possa avere la giusta forza dal punto di vista delle collaborazioni - ha detto -, ma non dovrà immaginarsi un meccanismo a monadi». Pur mantenendo il controllo centralizzato con il capo di gabinetto Claudio Stefanazzi, questa organizzazione lascia la briglia più sciolta agli assessori. Ma dovrà anche risolvere le questioni interne. Il mega-dipartimento ora affidato a Barbara Valenzano verrà spacchettato, e l’esperta ingegnere barese dovrebbe mantenere solo l’Ambiente dove però va risolta la contrapposizione con una parte della struttura. Ai Trasporti, che l’assessore Gianni Giannini ha guidato con il pugno fermo anche grazie a un dirigente di valore come Enrico Campanile, il direttore potrebbe essere Elio Sannicandro (ora all’agenzia Asset). Conferma scontata per Vito Montanaro alla Salute (l’assessore Pier Luigi Lopalco porterà con sé in distacco personale Asl), mentre Gianluca Nardone tornerà all’Università di Foggia: l’Agricoltura potrebbe essere affidata a Rosa Fiore (attuale responsabile del Psr) oppure a Mario Lerario (ora alla Protezione civile).
Lascia anche Aldo Patruno (Cultura), dove Massimo Bray sta organizzando casting ma ha già ereditato qualche collaboratore dell’assessore uscente Loredana Capone: fuori dalla porta di Bray c’è una lunga coda ma è possibile che la scelta cada su una interna (Antonella Bisceglia, in ballo anche per lo Sviluppo). L'indicazione arrivata dagli assessori dai piani alti della Regione è di limitare al minimo il ricorso all'esterno e, comunque, di prediligere dove possibile capi dipartimento baresi: un modo per equilibrare la « salentinizzazione» della giunta. A questo proposito Emiliano dovrà trovare anche il segretario generale della giunta, funzione al momento svolta da Giovanni Campobasso (che è in pensione). I bandi dovrebbero partire prima di Natale.
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RICORSO AL TAR CONTRO ELEZIONI SU PARITA' DI GENERE
(Ansa) Un ricorso al Tar Puglia contro l'esito delle ultime elezioni regionali è stato depositato da un gruppo di associazioni puntando a «impugnare l’ammissione delle liste che non hanno osservato l’obbligo di composizione in un rapporto almeno del 60/40 tra i generi», previsto dalla legge elettorale regionale. Il Comitato #2votimegliodi1, l'associazione Undesiderioincomune, la Casa delle donne di Lecce e altri, tra i quali esponenti di Maschile Plurale e Uomini in gioco, hanno deciso di presentare ricorso, assistiti dalle avvocate Marida Dentamaro e Veralisa Massari.
"La battaglia per l’equilibrio di genere continua - si legge in una nota dei ricorrenti -. Chiediamo la declaratoria di incostituzionalità della legge regionale, nella parte in cui stabilisce una pseudosanzione, meramente pecuniaria e così blanda - al massimo 1.000 euro - che non ci interessa se sia mai stata applicata, in caso di inosservanza di tale obbligo, piuttosto che una vera sanzione, coerente con la legge nazionale: l’inammissibilità delle liste presentate in violazione di tale obbligo». I ricorrenti ricordano di aver «ottenuto il commissariamento del Consiglio regionale uscente della Puglia perché fosse rispettato il dettato costituzionale sulle pari opportunità di rappresentanza politica per le donne nelle assemblee elettive.
Con l’intervento sostitutivo del Parlamento nazionale, è stata introdotta la facoltà di esprimere la doppia preferenza di genere nella legge elettorale pugliese. Ma sappiamo bene che tale misura è insufficiente - aggiungono -, e ne abbiamo visto l'esito alla prima applicazione in Regione, se non unita alla reale e concreta opportunità di candidarsi e di farlo in condizioni di equilibrio».