«Dodici anni e mezzo di carcere per l’ex pm Emilio Arnesano». Pesantissima la richiesta di condanna formulata dal sostituto procuratore di Potenza Anna Gloria Piccininni, al termine della lunga requisitoria nell’ambito del processo ribattezzato «Giustizia e Favori», nel quale vengono contestate al magistrato leccese condotte clientelari nell’ambito della sua funzione.
Quattro anni e mezzo di reclusione sono stati invece chiesti per Giuseppe Rollo, 60 anni, di Nardò, primario del reparto di ortopedia dell’ospedale «Vito Fazzi» di Lecce, e due anni per l’avvocato Manuela Carbone. È stata invece invocata l’assoluzione per gli avvocati Mario Ciardo, 57enne di Tricase, Augusto Conte, 79enne di Ceglie Messapica, ex componente del consiglio di disciplina dell’ordine, e per Federica Nestola, 34enne di Copertino.
Prima dell’inizio della requisitoria, ha fatto il suo ingresso in aula il procuratore capo Francesco Curcio, che ha stigmatizzato pesantemente la figura di Arnesano, presente all’udienza: «Processi come questo servono per riabilitare la magistratura- ha spiegato - Arnesano è un magistrato alla ricerca di una posizione dove esercitare il potere per chiedere e ottenere favori».
L’inchiesta condotta dalla Procura potentina culminò il 6 dicembre di due anni fa in un’ordinanza che vide l’ex pm leccese finire nel carcere insieme al dirigente Asl e suo amico Carlo Siciliano.
Quest’ultimo e Ottavio Narracci, 60enne di Fasano, ex dg della Asl di Lecce, verranno giudicati con rito abbreviato, alla luce di una recente modifica del capo d’imputazione: la requisitoria è fissata per il prossimo 4 dicembre.
Tutto nasce da un’indagine della Procura di Lecce sulla Asl. Nel corso delle intercettazioni, gli investigatori si sono imbattuti nell’allora pubblico ministero Emilio Arnesano. E così è emerso quello che gli inquirenti ritengono essere un sistema di scambi di favori giudiziari tra il magistrato e alcuni dirigenti della sanità.
Un episodio verte sulla piscina in odor di abusivismo del primario di neurologia Giorgio Trianni ( ha patteggiato un anno e dieci mesi). Il magistrato aveva archiviato l’indagine e dissequestrato la piscina. Secondo le contestazioni, ci sarebbe stato uno scambio di favori. Tra le accuse mosse, poi, c’è la vendita da parte di Siciliano ad Arnesano di una imbarcazione di 12 metri. La Procura ritiene che l’operazione sia avvenuta ad un prezzo di favore. E tanto al fine di far ottenere a Narracci l’assoluzione dall’accusa di peculato. Assoluzione giunta al termine di un processo in cui Arnesano aveva chiesto di poter rappresentare la Pubblica Accusa.
Infine, il magistrato è accusato di aver approfittato del suo ruolo in cambio di favori di natura sessuale da parte della giovane avvocatessa Benedetta Martina ( finita ai domiciliari due anni fa ha patteggiato due anni e otto mesi). Il Csm ha sanzionato con la sospensione dalla funzione di magistrato: il provvedimento, però, diverrà definitivo solo all’esito del giudizio.
La sentenza è attesa per il prossimo 8 gennaio.