La ripartenza
Scuole al via in buona parte d'Italia. Azzolina: «Non sarà come prima»
In Piemonte: ordinanza di Cirio per misurare la temperatura negli istituti. I dubbi di De Luca in Campania: forse non si apre nemmeno il 24
Il 14 settembre la scuola ripartirà. Non ovunque e, anche dove tutto è pronto, con modalità a macchia di leopardo.
Orari ridotti per la prima settimana, attesa di banchi e mascherine ma soprattutto dei docenti perché le nomine degli insegnanti di ruolo sono ancora in corso. «Non possiamo immaginare la scuola così com’era l’anno scorso», afferma la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. «Piccole criticità nessune le nega: le stiamo risolvendo in un periodo difficilissimo», aggiunge.
Se tanto si è parlato dei banchi e delle mascherine, ora la paura dei genitori si riversa su quegli orari ridotti, già comunicati dalle scuole per la prima settimana, a causa della mancanza di docenti. «Ci vuole pazienza», «anche negli scorsi anni è accaduto», «le nomine dalle graduatorie si stanno facendo in questi giorni», replica la ministra. «Lo so che stiamo chiedendo alle famiglie di fare piccoli sacrifici ma dobbiamo trovare l’equilibrio tra il ritornare a scuola minimizzando i rischi e chiedere sacrifici alle famiglie», sottolinea.
E se è vero, come lei dice, che «gli studenti sono entusiasti di tornare a scuola», e anche le famiglie che si torni ad un po’ di normalità, è anche vero che il 14 settembre sarà per molti una gimcana tra entrate differenziate, negli orari e anche nei portoni, mascherine («se uno studente si sente più sicuro la può mettere anche in classe», precisa Azzolina), licei che hanno colto l’opportunità di alternare nelle settimane la presenza con la didattica a distanza.
Per non parlare delle decisioni di alcuni governatori. L’ordinanza di Alberto Cirio del Piemonte, sulla misurazione della temperatura a scuola (mentre il ministero ha deciso che si debba fare a casa), potrebbe essere impugnata o revocata. In Campania Vincenzo De Luca non sa neanche se sarà possibile ripartire il 24 settembre, dieci giorni dopo rispetto alla maggior parte delle altre regioni. «Non sappiamo quanti banchi siano arrivati ad oggi, né quanti siano i docenti», spiega.
E se l’opposizione tutta continua ad incalzare parlando di «improvvisazione», oggi sarà il premier Giuseppe Conte di nuovo a metterci la faccia, con un messaggio agli studenti e a tutto il personale della scuola in vista della ripartenza del 14. Il premier domani sarà anche davanti all’ingresso della scuola romana frequentata dal figlio per accompagnarlo in questo primo giorno di anno scolastico così particolare.
Matteo Salvini, che in questi giorni non ha risparmiato aspre critiche alla ministra, le ha lanciato «un appello accorato: nessuno deve restare solo. Gli studenti disabili e le loro famiglie non sono invisibili e non meritano di essere cancellati».
Nel frattempo buone notizie sul fronte vaccini: i test clinici del candidato vaccino anti-Covid messo a punto dall’Università di Oxford che l’azienda farmaceutica AstraZeneca sta sviluppando anche con il contributo dell’Istituto di ricerca Irbm di Pomezia, possono continuare. Il via libera al proseguimento della sperimentazione in Gran Bretagna è stato annunciato dalla stessa AstraZeneca. Un annuncio dopo lo scalpore provocato dalla sospensione precauzionale scattata in seguito all’insorgenza di un’infiammazione spinale in uno dei 50 mila volontari che lo stanno testando.