Elezioni 2020
Salento, Salvini contro Conte: «Si dimetta, tante chiacchiere ma fatti zero». «Fitto? A me interessa la squadra». Contestato dalle Sardine
Il leader della Lega a Racale per il tour elettorale di regionali e comunali
LECCE - «Conte? Si dimetta presto. Prima torna a casa e meglio è. Finora tante chiacchiere ma fatti zero». È il messaggio che Matteo Salvini, durante il suo tour elettorale in Salento, invia a premier Giuseppe Conte, impegnato nei lavori del Consiglio europeo a Bruxelles.
«Sono orgoglio perché dopo 15 anni, grazie alla Lega, il centrodestra è unito. Finora qui il centrosinistra ha vinto perché il centrodestra andava sempre in ordine sparso, con litigi, invidie, gelosie. Siamo il primo partito in Italia, il primo partito in Puglia ma abbiamo fatto una scelta di umiltà. Abbiano scelto un candidato che può vincere ma soprattutto stiamo allestendo delle belle liste». Così Matteo Salvini durante un incontro elettorale a Racale, in Salento.
A un giornalista che gli faceva notare che nei suoi discorsi il nome di Raffaele Fitto, candidato governatore della Puglia del centrodestra, non compare mai, il leader della Lega ha risposto dicendo: «Lo stiamo sostenendo. Lo incontrerò, ma a me interessa la squadra non solo il singolo».
«La fame di lavoro in questi cinque mesi, dall’ultima volta che sono sceso in Salento a febbraio, è aumentata, come la fame di speranza. Bisogna quindi fare in fretta, essere concreti per avviare il cambiamento in Puglia». Ha poi aggiunto Salvini a Racale parlando in piazza davanti a circa 500 persone. Il leader della Lega è stato accolto da uno sparuto gruppo di manifestanti, per lo più giovani, che lo hanno accolto gridandogli 'buffone' ed esibendo cartelloni con su scritto 'Il Sud non dimentica', oppure in dialetto salentino 'Vi ci torni te dunca sta bei (vedi se torni da dove stai venendo). I cartelloni non sono stati rimossi dalla Forze di polizia.
«Io ho sempre contestato la pessima politica e i politici del Sud che hanno preso il voto dei pugliesi, lo hanno usato e poi se sono dimenticati». Lo ha detto a Racale (Lecce) Matteo Salvini rispondendo a chi gli chiedeva una replica a Ivan Scalfarotto, candidato governatore pugliese di Italia Viva, Azione e +Europa, che ieri ha detto che è paradossale per un pugliese votare per Salvini. «Basti pensare - ha detto il leader della Lega - all’Acquedotto pugliese che perde metà della sua acqua ancora prima che esca dai rubinetti. Questo non è colpa di Salvini, ma di chi ha governato questa terra. Continuo ad avere una pessima opinione di molti politici del Sud, che ne usano il nome, prendono i voti e poi se ne dimenticano».
«In Puglia si cambia. Lo senti in giro - dice Salvini -. Dopo 15 anni di Vendola ed Emiliano c'è voglia di lavoro, di sicurezza, di infrastrutture. Io voglio portare concretezza in questa regione: vuole dire Ferrovie, strade, lotta alla xylella dove la Regione Puglia ha fatto poco e male».
E’ lapidario il commento dal Salento di Matteo Salvini dopo le ammissioni fatte oggi ai magistrati milanesi da Luca Sostegni, il presunto prestanome fermato nell’inchiesta dei pm di Milano su una presunta compravendita gonfiata per un immobile a Cormano, nel Milanese, per la Lombardia Film Commission. Inchiesta che vede indagati anche tre commercialisti ritenuti vicini alla Lega: «Non sono preoccupato perché non conosco quel signore e la Lega non c'entra nulla», ha dichiarato.
SALVINI CONTESTATO DALLE SARDINE A GALLIPOLI - Sono circa 200 i simpatizzanti delle Sardine pugliesi che manifestano a Gallipoli in occasione dell’inaugurazione della sede della Lega a cui partecipa Matteo Salvini. I manifestanti, che sventolano i simboli di Rifondazione comunista e Anpi, si trovano dietro le transenne a circa 50 metri di distanza da dalla sede della Lega di via Venezia.
L’arrivo di Salvini è stato accolto al grido di 'Vergognà con slogan e bordate di fischi a cui i simpatizzanti leghisti hanno risposto diffondendo a tutto volume le note del 'Nessun Dormà. E’ stato anche esposto un grande striscione con la scritta 'Giù le mani da Gallipolì. Sul posto decine di poliziotti, carabinieri e agenti di polizia locale.
«Tenetevi D’Alema se lo preferite. Noi preferiamo il futuro», ha replicato il leader della Lega rivolgendosi ai contestatori dal palco. Gallipoli è stata il feudo elettorale di Massimo D’Alema