ROMA - Quasi all’unanimità - con la sola astensione del consigliere laico in quota Lega Stefano Cavanna - il Csm archivia la pagina del correntismo estremo di Luca Palamara e compagni, ed elegge con tutti voti favorevoli, i nuovi vertici della Cassazione, già designati come proposta secca, senza rosa né alternative, dalla Quinta commissione di Palazzo dei Marescialli la scorsa settimana. Nel Salone delle Feste del Quirinale dove si è svolta la solenne seduta, presieduta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, arriva la nomina di Pietro Curzio, giuslavorista barese di 67 anni, da 13 in Cassazione, che prende il posto di Giovanni Mammone.
Poco dopo il plenum torna nella sua sede di Piazza Indipendenza ed elegge, come presidente aggiunto della Suprema Corte, Margherita Cassano, presidente della Corte di Appello di Firenze, in magistratura dal 1980, una vita nel ramo penale. È la prima volta che una donna magistrato arriva così in alto. Cassano (64) anni, potrebbe non fermarsi qui e salire ancora quando Curzio andrà in pensione. Curzio - ha detto Mattarella - «saprà svolgere l’incarico con consapevolezza e lungimiranza, contribuendo a promuovere quel rinnovamento nel governo autonomo di cui vi è necessità da tutti avvertita».