Regionali
Bari, Emiliano cerca i riformisti, ma Calenda chiude e Iv rallenta
Il governatore: disponibile a lavorare su una possibile intesa . Il leader di Azione: «Nessuno peggio di te». I renziani dialogano
Bari - Il centrosinistra con Michele Emiliano alla ricerca di una conferma, dopo i sondaggi diffusi dal centrodestra che registrano un vantaggio di sette punti (con Raffaele Fitto candidato), corre ai ripari e lavora per allargare il perimetro della coalizione: se il deputato dem Alberto Losacco ipotizza un accordo con i 5S sul modello del patto giallo-rosso che tiene in piedi il Conte bis, il governatore apre alle forze riformiste rappresentate da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi e del ministro pugliese Teresa Bellanova. I renziani, dopo la presa di posizione dell’ex premier toscano, sono al lavoro per lanciare la candidatura a governatore di Ivan Scalfarotto, sottosegretario agli Esteri di origine foggiana, che ha dato la disponibilità al partito per le elezioni di settembre. Il fronte formato da Italia Viva, Calenda e i liberal-radicali di +Europa - che nn ha partecipato alle primarie per la scelta del candidato progressista contestando contenuti e metodo - nei sondaggi del centrodestra raggiunge - senza aver ancora ufficializzato la propria proposta politica - il 4-5% dei consensi.
Emiliano ha provato a riaprire un canale di dialogo con Italia Viva e Azione, ricevendo però una chiusura (al momento) solo da Calenda. «Non c’è nessuna ragione per spaccare un’idea della Puglia che potrebbe consentire anche a loro, nonostante le divergenze, di radicarsi qui. Io sono a loro disposizione per trovare un’intesa»: questa l’ambasciata che il presidente pugliese del centrosinistra ha lanciato intervenendo ad Agorà. Per Emiliano una corsa autonoma dei riformisti avvantaggerebbe il centrodestra a trazione sovranista: «Se (Italia Viva e Azione, ndr) cercheranno - ha spiegato - di far vincere chi governava la Puglia 20-25 anni fa solo per fare un dispetto a me, non solo vanno in contraddizione con la loro aspirazione a essere la novità ma anche con la possibilità di radicarsi». Il tema della rappresentanza dell’area riformista è legato al raggiungimento della soglia dell’8% per il candidato presidente (Scalfarotto) al fine di consentire l’accesso alla ripartizione dei seggi (per le liste che avranno superato il 4%): i sondaggi di febbraio del centrodestra, però, rivelavano che con a Bellanova candidata la coalizione Iv più Azione e radicali sfiorava il 9%. Adesso la soglia di sbarramento potrebbe risultare abbordabile solo a condizione di un impegno diretto in campagna elettorale dei leader nazionali.
La risposta all’appello di Emiliano? Una porta in faccia da Calenda mentre con i renziani sono ancora in corso dialoghi per una eventuale possibile ricomposizione. L’ex ministro, leader di Azione, ha così risposto al governatore pugliese, ricordando gli scontri passati sull’acciaio e sulla Tap: «Caro Michele Emiliano io sono quello ‘al soldo delle lobby del gas e del carbone’. Come puoi pensare di chiedere un’alleanza? D’altra parte tu sei quello di Tap, Xylella e Ilva e io davvero non riesco a pensare a nessuno peggiore di te per governare qualsiasi cosa». Insomma per Calenda - come aveva già ribadito in una intervista per l’agenzia Askanews - Emiliano è «peggio dei grillini», mostrando maggiori affinità con le idee moderate e riformiste di Fitto.
Dai renziani, invece, non è arrivata nessuna replica: emissari emilianisti hanno provato a aprire un canale con Italia Viva Puglia, al fine di offrire un percorso governista ai renziani. Spiega il deputato Ubaldo Pagano: «Calenda e Renzi non sono la stessa cosa. Al netto delle dichiarazioni ufficiali sui media, non disperiamo di riannodare i fili di un ragionamento politico con Italia Viva, non per un posizionamento di facciata o per aggiungere una sigla alla nostra coalizione ma per indicare una rotta nella quale le forze riformiste superino i personalismi con progetti credibili». Basteranno spazi governisti e iniezioni di riformismo nel programma della «coalizione dei pugliesi» di Emiliano per ricomporre la frattura? Al momento le parti sono distanti, e nonostante Scalfarotto sia pronto a scendere in campo come anti-Emiliano, nel centrosinistra c’è chi non dispera di riannodare i fili di un campo largo, fino all’area liberal-riformista di Renzi. Anche rivedendo le linee programmatiche su Ilva, agricoltura, sanità e gasdotto?