Calcio femminile

La Pink Bari ha scelto: conferma per Mitola. Avanti con un progetto tecnico internazionale

TIZIANO TRIDENTE

La presidentessa Signorile: «Abbiamo idee chiare per la squadra. Forse servirà un nuovo impianto»

«Quella dello stop al campionato era l’unica soluzione possibile». La decisione presa durante il Consiglio Federale di lunedì, resa pubblica dai protagonisti della riunione ma stranamente non ancora ratificata da alcun comunicato ufficiale della Figc, è quella giusta. È questo il pensiero di Alessandra Signorile. E la presidente della Pink Bari, che già nelle scorse settimane aveva espresso pubblicamente le proprie perplessità circa l’eventuale ripartenza della serie A di calcio femminile, discute la propria tesi con rinnovato vigore.

«Una delle possibilità studiate per cercare di concludere il torneo sul campo era quella di ritardare ancora la ripartenza - spiega la numero uno della società biancorossa - ma oggettivamente, da un punto di vista sportivo, non avrebbe avuto più alcun senso. Sia in relazione alla stagione passata, ormai macchiata da una sosta lunga tre mesi e dalle inevitabili conseguenze del coronavirus, sia per quanto concerne quella futura. Per tornare sui campi avremmo dovuto fare i conti con un protocollo sanitario costoso e di difficile attuazione. Avremmo dovuto affrontare un problema di norme e di contratti. E non avremmo avuto il tempo di programmare la prossima annata. Qualcuno dice che abbiamo perso visibilità? Personalmente, non sono d’accordo. Le prestazioni delle ragazze, per mille motivi, non sarebbero state più le stesse di prima».

Gabriele Gravina, presidente della Figc, ha parlato della sospensione del massimo campionato femminile come di una nota negativa e di una occasione persa per dare pari dignità alle donne del calcio. «Anche in questo caso, non sono d’accordo - ribatte la Signorile -. Non è questo il modo. Una calciatrice acquisisce dignità quando viene tutelata. Il discorso delle uguali opportunità va molto di moda ma spesso è abusato o comunque utilizzato male. La verità è che in Italia il nostro movimento è ancora molto debole e per la Federazione non è una priorità. È un dato di fatto, supportato dai numeri: oltre 21 milioni di euro sul piatto per il mondo del calcio. Vagonate di quattrini destinati anche a chi comunque non ripartirà. Per le donne, in tutto, avevano pensato a 700mila euro. In sostanza, per le squadre di A, 50mila euro a club. Soldi vincolati alla ripartenza, nonostante le tante spese sostenute durante questi 90 giorni di incertezza sulla possibile ripartenza. Vorrei capire bene di quale dignità stiamo parlando».

Merito sportivo e algoritmo consegnano alla Pink Bari un’altra stagione di serie A. «In realtà, aspettiamo ancora un comunicato ufficiale da parte della Figc - ride la presidente -. Al netto dell’ufficialità, ripartiremo dalle nostre idee. Dalla nostra voglia di migliorarci e di continuare a stupire. E dalla certezza di doverlo fare potendo contare solo sulle nostre forze. Dovremo capire su quale campo giocare, perché lo stadio comunale di Bitetto potrebbe non essere più idoneo rispetto ad alcune nuove norme imposte alle società del massimo campionato. Da un punto di vista tecnico, probabilmente cambieremo qualcosa in attacco. Ma sarà ancora una Pink internazionale. Sulla panchina ripartiremo certamente da Cristina Mitola. Il suo apporto, durante il lockdown, è stato straordinario: una persona eccezionale e un coach competente. Merita di giocarsi la chance che il Covid in qualche maniera le ha sottratto. Salvezza? Sulla carta ce la giocheremo con le neopromosse San Marino e Napoli. In ogni caso, sono contenta di trovare un’altra squadra del Sud».

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