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Ex statale 98, riprende il mercato del sesso «ma con guanti e mascherine»

 
Cosimo De Gioia

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Cosimo De Gioia

case d'appuntamento sulla 98

Lungo il tratto Bitonto-Corato, il lockdown da coronavirus è terminato, lo «shopping» a luci rosse ricomincia

Sabato 23 Maggio 2020, 10:39

BITONTO - La porta rossa è aperta. Sull’uscio del capanno c’è una donna non più giovanissima, reggicalze a rete e seni al vento. Il lockdown da coronavirus è terminato, lo «shopping» del sesso a pagamento ricomincia.

Rumene e colombiane, giovani e attempate. Espongono i corpi nelle «vetrine» che si affacciano sulla provinciale 231, meglio nota come «la Novantotto». Le complanari, lungo il tratto Bitonto-Corato, offrono il solito viavai di sempre. Le case basse e le roulotte, tutte hanno riaperto i battenti. All’esterno di queste «casette» (in alcuni casi ruderi di sei metri quadri) le auto si fermano, ripartono oppure si mettono in coda in attesa del proprio turno. La differenza sta solo nelle mascherine che si rivelano persino comode quando c’è da nascondere un po’ di vergogna. All’interno la distanza interpersonale è per definizione pari a zero. Avanti il prossimo.

«VALUTIAMO COME INTERVENIRE» -  Questa zona rappresenta uno dei principali epicentri della prostituzione del Nord Barese. Il maresciallo Nino Barione è a capo del Nucleo Antiprostituzione della Polizia Locale, istituito qualche anno fa dal comune di Terlizzi. Ogni anno si registrano mediamente otto arresti per sfruttamento della prostituzione e per rapine, per il resto non è reato andare a puttane, né lo è stare tra quattro mura di tufo in aperta campagna ad esercitare il mestiere più antico del mondo. «Anche oggi abbiamo ricevuto diverse segnalazioni» ci racconta il maresciallo Barione, mentre ci accompagna sul posto. «L’emergenza covid in realtà non è ancora del tutto terminata, eppure le contrade di campagna qui attorno alle complanari si sono ripopolate immediatamente. Arrivano clienti da ogni parte della provincia e a tutte le ore del giorno. Alla luce della normativa vigente — riflette Barione — stiamo valutando le modalità di intervento».

NESSUN LIMITE AL CONTAGIO - I clienti intanto non mancano, l’astinenza dal sesso ha la meglio sul timore di essere contagiati, qui l’assembramento è considerato un «bisogno essenziale» che vale il rischio. Non hai paura di essere contagiata?, chiediamo alla ragazza che lavora nel camper a bordo strada. «Se ti avvicini sentirai l’odore di alcol, amuchina, candeggina: uso tutte le precauzioni» ci spiega in un misto di italiano e spagnolo. «I clienti usano la mascherina, io invece uso sempre i guanti. Ogni giorno cambio lenzuola e cuscino». E durante la quarantena...? «No non ho mai lavorato a casa, mai».
buoni spesa? nessun diritto Più in là c’è una rumena giovanissima che fa contrattazioni dal finestrino della sua auto. Come hai vissuto il periodo della quarantena forzata? «Male. Male. Sono andata avanti grazie ai risparmi messi da parte». Nemmeno i buoni spesa comunali sono utili per queste ragazze senza residenza. Il punto cruciale è un altro: se un’estetista o un parrucchiere sono obbligati a dedicare un’ora al giorno alla igienizzazione degli ambienti, oltre a dover fare uso di soluzioni disinfettanti all’ingresso, guanti, mascherine, plexiglass e detergenti a base di candeggina per la pulizia dei lettini, in queste casette al massimo ci sono una branda sfatta, un bidone colmo di acqua, una confezione di salviettine umidificate, un rotolo di carta assorbente e preservativi nascosti in un sacchetto di plastica.

E poi ci sono altri problemi a cui pensare. Oltre al sesso a pagamento sono riprese le rapine: entrano, consumano e, invece che pagare, coltello alla mano chiedono l’incasso. Negli ultimi giorni una ragazza è stata aggredita ed è finita in ospedale con otto punti di sutura alla testa. Altre sono state derubate all’interno delle loro alcove. Altro che coronavirus. A queste latitudini della strada sono certi uomini a far paura.

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