lutto
Giovanni Paolo Martelli, addio al maestro che scoprì la Xylella
Fondatore della scuola barese di patologia vegetale, morto a 85 anni
Era lo scienziato che denominava i virus delle piante, un gentiluomo e un grande maestro. Giovanni Paolo Martelli, fondatore della scuola barese di patologia vegetale, morto a 85 anni, era conosciuto e stimato in Italia e all’estero. Ieri, nella cappella dell’Ateneo in piazza Umberto I a Bari, insieme al folto gruppo che continua il suo lavoro, c’erano anche ex allievi, oggi professori nelle migliori università statunitensi ed europee. Decine i messaggi da tutto il mondo. Fino all’ultimo giorno è stato coerente con uno stile di rigore e umanità. «Vorrei ringraziare, una per una, tutte le persone che hanno contribuito alla mia formazione», ha detto alla moglie Nicoletta e a chi gli è stato vicino. Luisa Rubino, virologa anche lei e sua allieva prediletta, ha tenuto il discorso di addio. Parole profonde, di riconoscenza in primo luogo. «Siamo stati fortunati a studiare e a lavorare con il professore, siamo tutti figli suoi».
I maestri del pensiero, purtroppo, sono conosciuti dal grande pubblico soprattutto dai necrologi. Se riuscissimo a riconoscere il loro valore in vita saremmo tutti più preparati ad affrontare le avversità e l’intera società ne trarrebbe un grande vantaggio di prosperità. Gli uomini di scienza più bravi sono schivi ed evitano, fino a quando è possibile, di essere coinvolti nel dibattito pubblico. E quando questo accade non mancano le delusioni. È capitato anche al professor Martelli, l’uomo che per primo tra settembre e ottobre 2013 indicò nel batterio Xylella fastidiosa la causa del disseccamento degli ulivi salentini. Non mancarono reazioni rabbiose, ignoranti e soprattutto stupide. Negare l’evidenza scientifica può anche capitare. Ma attribuire a uno scienziato scopritore di un batterio o di un virus la responsabilità delle infezioni che essi provocano è da dementi.
Martelli ha dedicato la sua vita alla salute delle piante. Oggi questo è un tema molto sentito dall’opinione pubblica, anzi è di moda parlarne perché la nostra stessa esistenza di umani è strettamente legata al benessere degli alberi e di ogni pianta che abita la Terra. Il professore, stimato anche dai virologi che si interessano della salute umana, ha lavorato in silenzio per decenni con risultati straordinari, anche per la nostra regione. Pochi sanno che lo sviluppo del distretto delle barbatelle di Otranto è stato ottenuto grazie al controllo continuo della sanità di tutti i materiali vegetali nei vivai come condizione di forza e produttività delle piante. Martelli e Vito Nicola Savino, docente fino a novembre e direttore del centro ricerca Basile Caramia, sono stati i protagonisti insieme ai produttori fino a ottenere, grazie alla loro credibilità, il via libera della Ue alla commercializzazione delle barbatelle.
Valore e credibilità dello scienziato, come accade spesso, sono riconosciuti prima di tutto all’estero. Martelli ha fatto parte del comitato per la tassonomia mondiale dei virus. Ieri si è appresa la notizia che un ordine nella classificazione sistematica dei virus prenderà proprio la denominazione di Martellivirales, come riconoscimento del lavoro di rilievo universale svolto dallo scienziato. Una scelta di prestigio per la scienza italiana e di esempio per i giovani che amano la ricerca.
Nella cappella dell’Ateneo erano presenti docenti dell’Università Aldo Moro, i ricercatori del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche), in testa Donato Boscia, Maria Saponari, Pierfederico La Notte e Donato Gallitelli, studenti e amici di famiglia. Tutti accolti dalla moglie Nicoletta e dai figli Maria Carla e Giuseppe. Quest’ultimo vive e conduce un’azienda vivaistica in Nuova Zelanda. È sposato e ha quattro figli. Ha trascorso il Natale e il Capodanno a Bari. «Papà sapeva di essere alla fine – ha detto Giuseppe -, mi ha salutato con grande dignità. Mi ha insegnato l’amore per la libertà e mi ha trasmesso il senso di responsabilità. So che in cuor suo ha sperato in un mio ritorno». Martelli padre del suo Giuseppe ha parlato con chi scrive questo articolo al ritorno dalla Nuova Zelanda, dal suo ultimo viaggio. Aveva visto cosa Giuseppe aveva realizzato e come viveva in serenità con la famiglia. Sempre austero e con grande stile, questa volta però con un filo di orgoglio per il figlio che aveva avuto il coraggio di interrompere la genealogia accademica della famiglia (il nonno paterno, Giuseppe, ordinario di Agraria, il padre Giovanni Paolo professore e scienziato). Il giovane Giuseppe prima era andato a lavorare in Australia, poi si era innamorato delle distese e della civiltà della Nuova Zelanda dove ha incontrato la moglie e ha formato famiglia e realizzato il vivaio sul modello Puglia.
Martelli lascia un grande ricordo anche nella più piccola comunità salentina: Giovanni Melcarne, laureato in scienze agrarie a Padova e imprenditore oleario, Angelo Delle Donne, laureato con il professore e dirigente apprezzato della Regione Puglia e Francesco Specchia, ricercatore al Cnr di Lecce, tutti e tre impegnati nella lotta contro la malattia degli ulivi sulla linea indicata da Martelli.