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Reati ambientali, Puglia da record: Bari è terza in Italia

 
Bianca Chiriatti

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Bianca Chiriatti

Reati ambientali, Puglia da record: Bari è terza in Italia

Nella regione registrati 730 ileciti, anche nell'edilizia

Venerdì 05 Luglio 2019, 12:44

Quasi metà dei reati ambientali accertati nel 2018 si sono verificati nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. Lo afferma il rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente, presentato ieri a Roma.
Lo scorso anno, si legge, nelle quattro regioni si è concentrato quasi il 45% delle infrazioni, pari a 12.597. Anche quest’anno la Campania domina la classifica regionale delle illegalità ambientali con 3.862 illeciti (14,4% sul totale nazionale), seguita dalla Calabria (3.240), che registra comunque il numero più alto di arresti, 35, la Puglia (2.854) e la Sicilia (2.641). La Toscana è, dopo il Lazio che ha registrato poco più di 2.000 reati, la seconda regione del Centro Italia (1.836), seguita dalla Lombardia, al settimo posto nazionale. La provincia con il numero più alto di illeciti si conferma Napoli (1.360), poi Roma (1.037), Bari (711), Palermo (671) e Avellino (667). La Campania domina anche la classifica regionale delle illegalità nel ciclo del cemento con 1.169 infrazioni, davanti alla Calabria (789), Puglia (730), Lazio (514) e Sicilia (480). A livello provinciale, guidano la classifica Avellino e Napoli con rispettivamente 408 e 317 infrazioni accertate.

«Con questa edizione del rapporto Ecomafia e le sue storie di illegalità ambientale - ha dichiarato Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - vogliamo dare il nostro contributo, fondato come sempre sui numeri e una rigorosa analisi della realtà, per riequilibrare il dibattito politico nazionale troppo orientato sulla presunta emergenza migranti e far sì che in cima all’agenda politica del nostro Paese torni ad esserci anche il tema della lotta all’ecomafie e alle illegalità».

Parla di «ennesimo primato negativo per la Puglia governata dalla sinistra» Rocco Palese, esponente di FI. Il rapporto Legambiente Ecomafia 2019 «conferma tutti gli allarmi e i timori che da anni denunciamo sulla totale assenza di gestione del ciclo dei rifiuti e, più in generale, dell’ambiente. In questo settore - dice - i fenomeni criminali nella nostra regione continuano a crescere, certamente favoriti anche dal fatto che i rifiuti viaggiano da una discarica all’altra, anche fuori regione, e per lo più in impianti privati. Per non parlare del settore ambiente con depuratori malfunzionanti o assenti. Il Governo regionale che impone ai cittadini tasse altissime, compresa la incostituzionale Ecotassa, e costringe i Comuni a triplicare le tasse rifiuti a causa della mancanza o della insufficienza di impianti di smaltimento sul nostro territorio, è politicamente responsabile di questo fallimento e deve immediatamente porvi rimedio».

«Notizie negative che riguardano la Puglia ci dimostrano che nella nostra regione c'è ancora tanto da lavorare - aggiunge Erio Congedo, consigliere regionale di Fratelli d’ITalia - e che, ancora una volta, siamo in classifiche che raccontano una storia da combattere con determinazione e fermezza. Si tratta del Rapporto ecomafia 2019 di Legambiente relativo all'anno 2018: la Puglia figura tra le quattro regioni del sud coinvolte (insieme a Calabria, Campania e Sicilia) per il 45% in infrazioni ambientali, con 2854 illeciti -di cui 711 a Bari- e 730 illeciti nel ciclo del cemento. Questo dimostra che sul tema ambientale c'è ancora molto da lavorare per tenere alta la guardia, soprattutto a tutela di quelle aziende che da sempre lavorano nel pieno rispetto della legge: la legalità non può e non deve avere falle gestionali».

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