A Melendugno
Gasdotto Tap, riprendono i lavori in cantiere: sospesa l'ordinanza
Per il Tar Lazio: l’istanza del Comune ha ormai perso la propria efficacia
MELENDUGNO - Gasdotto, i lavori nel cantiere Tap di San Basilio possono ripartire. Il Tar Lazio ha dichiarato improcedibile l’istanza cautelare di sospensione del provvedimento con cui il sindaco di Melendugno, Marco Potì, vietò l’emungimento dai pozzi dell’area e le attività nel cantiere dopo che erano stati riscontrate nella falda sostanze al di sopra dei parametri previsti per legge, fra cui il cromo esavalente.
Un provvedimento che Tap aveva impugnato, chiedendone la sospensione e l’annullamento. Ieri è stata pubblicata l’ordinanza del Tar Lazio che ha dichiarato improcedibile la richiesta di Tap, in quanto è terminato il periodo di validità del provvedimento emesso dal sindaco del comune salentino, che si batte da tempo contro la realizzazione del gasdotto con approdo a San Foca (Melendugno, nel Leccese). Nell’ambito del ricorso presentato, il Tar Lazio aveva chiesto, però, ad Arpa Puglia una relazione dettagliata sulle analisi effettuate negli ultimi mesi. Il primo cittadino aveva, infatti, emesso l’ordinanza di divieto delle attività nel cantiere dopo che erano stati riscontrati superamenti di alcuni parametri (arsenico, nichel, cromo esavalente e manganese) rispetto ai valori limite di accettabilità delle concentrazioni delle soglie di contaminazione (Csc) fissati dalla legge. La Provincia di Lecce aveva istituito anche un tavolo tecnico, con gli enti competenti, in cui fu concordato un protocollo operativo di indagini per individuare l’origine dello stato di potenziale contaminazione. «Non ho rinnovato l’ordinanza in quanto i valori della falda sono rientrati nella norma – dice il sindaco, Marco Potì - Dalla relazione di Arpa emerge, però, che quel tipo di inquinamento non è dovuto alle caratteristiche del terreno. Non conosciamo ancora gli esiti degli esami sul cemento utilizzato durante i lavori – aggiunge – sappiamo, però, che una concentrazione maggiore di cromo esavalente è stata rilevata tra i campioni prelevati nelle acque dell’area conci, vicino al pozzo di spinta. Il comportamento dell’amministrazione – aggiunge - è stato, dunque, corretto, in quanto si è cercato, in via precauzionale, di evitare danni alla salute»
Il Comune ha chiesto, ora, un parere ad Arpa sull’opportunità, o meno, di riprendere i lavori nel cantiere. «Chiediamo anche alla Provincia – aggiunge Potì - di riconvocare il tavolo tecnico, indetto a luglio, per approfondire la questione». Le richieste del primo cittadino sono state inviate, per conoscenza, anche alla Procura di Lecce che ha aperto un’inchiesta sul presunto inquinamento della falda dopo un esposto presentato dal sindaco, nel luglio scorso.
Intanto, le proteste non si fermano. Questa mattina a Melendugno si terrà un corteo No Tap, al quale hanno aderito diversi artisti. La manifestazione è stata organizzata in concomitanza della «Giornata internazionale contro le grandi opere inutili e imposte e per la difesa del pianeta». Prenderanno parte anche gli amministratori dei comuni che da sempre si battono contro la realizzazione dell’infrastruttura energetica con approdo nel Salento.