Amministrative
Patto Emiliano-Cassano protesta solo la sinistra
Gentile (Pd): «Se sarà organico al centrosinistra, va bene»
BARI - L'acclarata sintonia tra il movimento civico Puglia Popolare e il presidente della Regione Michele Emiliano - sancita dal «patto dell’Interporto» siglato nell’incontro pubblico di martedì, in cui era presente tra gli altri imprenditori Salvatore Matarrese, figlio di Vincenzo, e non l’omonimo cugino, ex parlamentare fittiano - ha aggiunto un elemento di discussione nel centrosinistra, che si interroga sulle modalità dell'allargamento della coalizione e sulla compatibilità di un eventuale innesto di ex forzisti con la sinistra più identitaria.
«Sembra che la maggioranza alla Regione si sia allargata – attacca Nico Bavaro, segretario regionale di Sinistra Italiana - ma questo quadro non riguarda noi, che siamo all'opposizione della giunta Emiliano». Poi l'affondo: «La liaison con Cassano? Evidenzia la disperazione di Emiliano che sa bene di aver sperperato un patrimonio di credibilità e consensi, costruito in anni in cui certamente si commettevano errori ma si facevano tante cose per il governo della Puglia. Ormai annaspa e cerca appoggi a destra». Da qui un monito: «Piuttosto che inaugurare nuovi accordi trasversali e trasformisti, Emiliano avrebbe fatto meglio a inaugurare strutture di sanità territoriale nelle varie province, o a pensare a come creare occupazione per pugliesi e non a come dare lavoro a qualcuno che sta in consiglio regionale ad aspettarlo». Sinistra Italiana esclude l'ingresso di Mino Borraccino, consigliere regionale critico con la giunta Emilano, nel governo regionale: «Borraccino resta all'opposizione perché, al di là degli accordi di Emiliano, il nostro è un giudizio negativo sull'operato dell'amministrazione. Decaro alleato con Cassano alle comunali di Bari? Non commento quello che succederà nei comuni. Il nodo è politico: dopo il 4 marzo ha certificato che il centrosinistra così com’è non esiste più. Ci sono due strade davanti: c'è chi somma pezzi di ceto politico, spesso in arrivo da destra, e così ci porterà allo sfascio; e ci siamo noi che chiediamo un nuovo registro. Ecco, Decaro non dovrebbe automaticamente ingoiare quello che decide Emiliano, nuovo satrapo regionale. Infine il Pd regionale dovrebbe tirare fuori l'orgoglio: Emiliano decide il perimetro della coalizione e la gente con cui governare e tutti stanno zitti?», conclude Bavaro.
Da Liberi e Uguali, area Mdp, invece non arriva nessun commento sulla vicenda Cassano, ma solo la conferma della discussione interna sul possibile ingresso in giunta con conseguente indicazione di Borraccino come assessore, mentre decisiva sarà l'assemblea regionale di domenica con Roberto Speranza.
Nel Pd, infine, il dibattito interno è rovente, ma in pubblico la scelta è quella di non alimentare nuove polemiche dall'esito imprevedibile. In questo contesto risalta la voce prudente e realista dell'eurodeputato Elena Gentile: «Il partito non ha discusso questo allargamento. Se è una scelta di campo definitiva e Cassano decide di entrare organicamente nel centrosinistra largo, è una buona notizia. Se invece si configura un’altra operazione “stop and go” ritengo non ci faccia bene.
L’elettorato ricorda queste operazione pre-elettorali. Cassano, del resto, è stato sottosegretario del governo Renzi, poi ha lasciato Alfano. L’auspicio è che ci sia una scelta definitiva e non un nuovo capitolo di lunga storia».
Sornione il consigliere dem Fabiano Amati, commenta con una allegoria che richiama un momento cult della Prima Repubblica: «Cassano? Le rammento un aneddoto. Mino Martinazzoli, appena eletto segretario, rispose così alla domanda se la Dc fosse morta. “Mi chiede di rispondere a una domanda che non mi sono ancora posto”».