La decisione
Scontro treni Andria-Corato, il gup: «La Regione paghi i danni della strage»
Il giudice accoglie la richiesta delle famiglie: atti di citazione anche a carico di Ferrotramviaria e del Ministero delle Infrastrutture
La Regione si è costituita parte civile nei confronti dei presunti responsabili della strage dei treni del 12 luglio 2016. Ma, allo stesso tempo, rischia di dover risarcire i feriti e le famiglie delle 23 persone morte nello scontro frontale sulla linea Andria-Corato. Un problema enorme, giuridico prima ancora che politico, quello aperto dal gup di Trani, Angela Schiralli, con l’ordinanza che autorizza la citazione quali responsabili civili di ministero delle Infrastrutture, Ferrotramviaria e Regione.
L’udienza preliminare, aggiornata al 11 ottobre, si aprirà dunque con la costituzione dei responsabili civili. Il gup Schiralli ha considerato «accoglibili (oltre che tempestive)» le richieste in questo senso avanzate dalle famiglie, «sussistendo astrattamente l’obbligo del risarcimento ex lege», «fatta salva ogni valutazione» che sarà effettuata in udienza nel contraddittorio tra le parti. Mentre per ministero delle Infrastrutture e Ustif (l’ufficio cui era demandata la sorveglianza sulle autorizzazioni) e per la stessa Ferrotramviaria, l’accusa ipotizzata dalla Procura di Trani riguarda proprio il mancato rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro - che avrebbero imposto la messa in esercizio di sistemi elettronici per il controllo della marcia dei treni -, nessuna accusa di responsabilità - nemmeno indiretta - è stata avanzata nei confronti della Regione: l’inchiesta condotta dalla Finanza, che ha esaminato la gestione dei fondi disponibili per il raddoppio e l’installazione dei dispositivi di sicurezza, non ha dato luogo ad alcun rilievo. Tanto che gli stessi pm, in fase di richiesta di rinvio a giudizio, hanno indicato la Regione tra le parti offese, e lo stesso gup la ha autorizzata a chiamare come responsabili civili Ferrotramviaria e ministero.
Tuttavia, secondo i parenti delle vittime, la Regione è concedente del servizio e dunque avrebbe dovuto effettuare una sorta di vigilanza sull’attività di Ferrotramviaria, per quanto le norme di settore lo escludano categoricamente: la Regione ha poteri (limitati) solo nell’ambito del contratto di servizio, ma non rilascia autorizzazioni né può entrare nel merito delle scelte effettuate dal gestore su lavori ed esercizio.
Ciò che accadrà alla ripresa dell’udienza preliminare è che - una volta ricevuti gli atti di citazione - la Regione dovrà costituirsi, con un secondo avvocato, in veste di responsabile civile. Ma contesterà la chiamata, per carenza di elementi. «Capiamo e rispettiamo la posizione delle famiglie - dicono dall’Avvocatura -, tuttavia le risultanze dell’indagine hanno chiaramente indicato l’assenza di qualunque tipo di responsabilità penale a carico di dipendenti o dirigenti della Regione».
Nell’udienza di inizio settembre il gup Schiraldi aveva ammesso sette delle 13 domande di costituzione di parte civile (sono i soggetti che si ritengono danneggiati dal reato): i Comuni di Andria, Corato e Ruvo, due associazioni (Acu e Anmil) e, appunto, la Regione, escludendo tutte le costituzioni presentate nei confronti di Ferrotramviaria (che è a giudizio ai sensi della legge 231). Cosa diversa è la citazione quale responsabile civile, ovvero come parte che - pur non avendo commesso il reato - è chiamata a rifondere i danni. Essendo ancora aperta la questione del risarcimento delle vittime da parte delle assicurazioni coinvolte, anche su questo punto ci sarà battaglia.