Il caso

Bari, concordato Matarrese a rischio. I commissari: niente soldi ai creditori

Massimiliano Scagliarini

A 4 anni dall'avvio della procedura recuperati solo 25 milioni su 170

BARI - La mancata cessione della «newco» Matarrese srl alla Strade e Condotte che fa capo alla stessa famiglia di costruttori baresi «mette in discussione la stessa struttura della proposta di concordato» omologata nel marzo 2016 per salvare quanto resta della Salvatore Matarrese spa, la società che fino al 2011 era la principale impresa edile del Mezzogiorno. Lo scrivono i commissari giudiziali, Fabio Di Cagno e Nicola Notarnicola, nel parere reso sull’ultima relazione predisposta dai liquidatori della Salvatore Matarrese, Pasqualino Catena e Domenico Cocola: dalla vendita della «newco», che ha in pancia una serie di appalti e circa 200 lavoratori, dovevano infatti arrivare una parte delle risorse necessarie al pagamento dei creditori.

La Salvatore Matarrese è andata in concordato con debiti per 249 milioni, e prevedendo di rimborsare circa il 35% dei 163 milioni di chirografari. I soldi dovevano arrivare dalla cessione di una serie di immobili e, appunto, dalla vendita del ramo di impresa «costruzioni» conferito alla newco. Ma a quattro anni dall’avvio della procedura, e a fronte di crediti per 139, i liquidatori segnalano di aver realizzato solo 25 milioni di euro di attivi, che sono stati utilizzati per pagare quasi tutti i creditori prededucibili (tra cui figurano molti degli stessi Matarrese) e alcune rate della transazione fiscale, mentre restano in attesa i privilegiati: ai creditori ordinari, dunque, non è ancora arrivato un centesimo.

Il problema è, da un lato, la difficoltà di liquidare la parte più cospicua dei crediti della Matarrese (difficoltà peraltro segnalata a suo tempo nella relazione dei commissari): ben 51 milioni, per esempio, dovrebbero arrivare dalla Sud Fondi, la società proprietaria dei suoli di Punta Perotti (e riconducibile sempre ai Matarrese) che ha a sua volta richiesto il concordato preventivo, altri 12 dalla Matarrese Immobiliare che a sua volta controlla la Uniben, l’altra società di famiglia cui facevano capo importanti proprietà come Villa Patrizia e il villaggio di Torre Cintola.

Ma a preoccupare ancora di più i commissari è la cessione della newco. In base a una proposta irrevocabile contenuta nel piano di concordato, la vendita sarebbe dovuta arrivare entro un anno dall’omologa. Il prezzo è stato determinato in 9,4 milioni. Ma la Strade e Condotte (gli stessi Matarrese) «a fronte della ritenuta scadenza del termine previsto per il completamento delle attività di trasferimento e di pagamento del prezzo, ha sollevato una serie di eccezioni». La trattativa si è protratta per molti mesi, ed a maggio scorso ha portato i liquidatori a richiedere la convocazione di una assemblea dei soci della newco (ad oggi interamente controllata dalla stessa Salvatore Matarrese in concordato), anche per approvarne il bilancio al 31 dicembre in cui sembrerebbe esserci un sensibile aumento dei debiti. Finora non è successo nulla. Ma un ulteriore stallo costringerebbe i liquidatori della Salvatore Matarrese a far causa sia alla Strade e Condotte che alla newco (e dunque a fare causa a se stessi).

Va detto che la newco risulta avere gravi difficoltà nel pagamento degli stipendi. I circa 60 lavoratori impegnati nell’appalto dei cottimi di Acquedotto Pugliese (la manutenzione a chiamata delle reti) devono ogni mese fare ricorso ai poteri sostitutivi della stessa Aqp, che a fine luglio ha erogato lo stipendio di giugno e una parte della quattordicesima.

Ora l’iniziativa è in mano ai commissari, che hanno segnalato la situazione al giudice delegato Sergio Cassano ritenendo necessaria una «soluzione in tempi assai brevi», anche con «il ricorso a rimedi giudiziari, ivi compreso quello della eventuale risoluzione del concordato ad iniziativa dei soggetti a ciò legittimati», ovvero gli stessi creditori.

Privacy Policy Cookie Policy